2016-03-07 13:45:00

Mons. Bregantini: con Francesco, sinodalità dalla cattedra alla strada


Tre anni con Papa Francesco. Ricorre domenica prossima il terzo anniversario dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio alla Cattedra di Pietro. Anche questo terzo anno di Pontificato è stato vissuto con straordinaria intensità da Francesco. Dal Sinodo sulla Famiglia alla Laudato si’, dai viaggi apostolici a ovviamente il Giubileo della Misericordia, il Pontefice prosegue sulla strada tracciata fin dalla sera dell’elezione: un pastore che cammina assieme al popolo verso l’incontro con il Signore. Alessandro Gisotti ne ha parlato con mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano:

R. – La cosa che ho apprezzato immensamente è la Laudato si’; sento che questo è un documento di  grandissimo valore e contemporaneamente la stabilizzazione sempre più intensa dell’Evangelii gaudium, anche dopo il suo intervento così magistrale a Firenze, al Convegno ecclesiale nazionale. Poi sul piano fattuale la meravigliosa esperienza della misericordia che entra nel vissuto e che ieri con la parabola del Padre misericordioso abbiamo veramente rigustato in pienezza e abbiamo detto: “Grazie a questo Papa, che ci ha fatto vedere che non è una parabola antica ma è una parola di oggi”. L’altro elemento, il terzo, è l’esperienza dei suoi viaggi.

D. - La misericordia è un po’ la lente attraverso cui possiamo guardare tutta l’azione di Francesco?

R. - Sì, certamente. Sentiamo la lente che ovviamente non è gelida, fredda, ma è il calore del sole che riscalda il mondo di oggi. Se non avessimo la Misericordia come potremmo affrontare il tema della Libia, della Siria e le dinamiche cosi complicate dell’Europa per la quale preghiamo oggi che i muri non si alzino, ma si cominci a ragionare in termini di misericordia!

D. - Papa Francesco ribadisce spesso la necessità di una Chiesa sinodale, una Chiesa che viva “la bellezza del camminare assieme”. Secondo lei che effetti potrà aver questa visone del Papa sulla vita della Chiesa?

R. - Credo che sarà grandissima, noi la stiamo preparando in diocesi. L’incoraggiamento che lui ci ha dato, soprattutto la modalità - che non sia tanto un documento, uno studio apposito - con cui entrare in sintonia tra i sacerdoti, con i fedeli, con i poveri, con il Creato, è una sinodalità allargata: è passata, con il suo appello, da una sinodalità di cattedra a una sinodalità “di strada” come indica veramente la sua parola originaria. Questo ha restituito all’evento del Sinodo nelle diocesi non più qualcosa di gigantesco che produce grossi volumi, ma quel sorriso, quella carezza, quell’accompagnare di cui abbiamo bisogno. Qui rientra la parola esortare, l’esortazione: non è possibile accompagnare senza la parola esortare, ed esortare produce l’accompagnare. Uno dei segni che avrà un impatto crescente è la riforma del tribunale diocesano per la verifica della nullità delle cause matrimoniali. È una modalità di approccio innovativa tra i fedeli e il vescovo tra le famiglie e la comunità, tra le ferite e chi le guarisce. Senti veramente dentro che la misericordia che, anche giuridicamente, diventa un volto nuovo: Misericordiae Vultus.








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