2016-03-07 08:32:00

Al via a Bruxelles il vertice Ue-Turchia sulle migrazioni


Occhi puntati a Bruxelles dove oggi si tiene il vertice Ue-Turchia. Sul tappeto la crisi migranti. Secondo fonti di stampa la Commissione europea pensa alla creazione di un'agenzia federale per il diritto d'asilo. Ieri, altra sciagura in mare: almeno 35 persone hanno perso la vita nell'Egeo. Da Bruxelles, Giovanni del Re:

L’obiettivo è chiaro: riuscire a migliorare la cooperazione con la Turchia per arginare i flussi di migranti verso la Grecia, che è allo stremo con oltre 30 mila migranti bloccati dalla chiusura delle frontiere da parte della Macedonia. Il messaggio che i leader UE vogliono lanciare ai migranti è chiaro: la rotta balcanica è ormai chiusa - si legge nella bozza di dichiarazione conclusiva – inutile continuare a rischiare la vita per sbarcare in Grecia e di qui cercare di raggiungere l’Europa del centro nord. Ankara è disposta a cooperare. Proprio ieri ha finalmente autorizzato ad operare nelle sue acque territoriali la missione di pattugliamento navale nell’Egeo della Nato e promette di riprendersi i migranti economici giunti in Grecia attraverso il suo territorio. In cambio la Turchia chiede fondi per due milioni e mezzo di profughi siriani ospitati e inoltre vuole che molti siano poi reinsediati nella stessa Europa, questione su cui per esempio la Germania è d’accordo. Soprattutto, però, Ankara vuole entro l’autunno la fine dell’obbligo di visti per i suoi cittadini verso l’UE e rianimare il negoziato di adesione all’Unione Europea. Non aiutano certo gli ultimi sviluppi in Turchia, con i raid della polizia contro il quotidiano di opposizione  “Zaman”. “I diritti umani non sono negoziabili” ha detto il commissario europeo all’allargamento, Johannes Hahn. Non è chiaro, però, quanto davvero l’Europa oggi alzerà la voce su questo, visto che la Turchia è indispensabile per ridurre i flussi. Se questi non caleranno, sarà definitivamente a rischio non solo l’Europa senza frontiere di Schengen, ma l’unità stessa dell’UE. Una unità messa a dura prova dalle troppe iniziative nazionali, per la reintroduzione dei controlli di frontiera e le furibonde liti sulla redistribuzione di 160 mila richiedenti asilo da Italia e Grecia, decisa a settembre, ma che tuttora non funziona.








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