2016-03-05 09:37:00

Elezioni presidenziali in Benin per rilanciare lo sviluppo


Questa domenica i cittadini del Benin, piccolo Paese dell'Africa Occidentale, sono chiamati al voto per le elezioni presidenziali. La data, inizialmente prevista per il 28 febbraio, è stata spostata per la mancata distribuzione di tutte le schede elettorali. In lizza 33 candidati, tra i quali il premier Lionel Zinsou. L’attuale presidente, Boni Yayi, in accordo con la Costituzione del 1990, non potrà essere nuovamente eletto avendo già sostenuto due mandati consecutivi. Maria Laura Serpico ha intervistato il giornalista beninese Jean-Baptiste Sourou, fondatore e presidente dell’associazione “Il Cedro onlus”:

R. – Ci sono 33 candidati per un posto di presidente della Repubblica. Quindi, in questo momento è molto difficile fare previsioni. Quello che si teme è che i voti vadano sperperati, perché con 33 candidati non è facile sapere chi può vincere: è difficile capirlo. Solo gli elettori decideranno chi vincerà. Ci sono delle persone, delle figure abbastanza di spicco, che si pensa potranno vincere o almeno andare al secondo turno. Gli elettori decideranno domenica a chi affidare questo compito gravoso e importante: quello di guidare dieci milioni di abitanti del Benin per i prossimi cinque anni.

D. – Quali saranno le sfide della nuova presidenza?

R. – Il Benin da 25 anni vive una bellissima esperienza democratica, perché ci sono elezioni presidenziali e legislative regolari nel Paese. Ma il problema grosso è che la democrazia non basta: non basta la libertà di stampa, la libertà di circolare, di dire quello che uno pensa e non basta neanche la possibilità di eleggere i propri candidati. La democrazia deve essere accompagnata dall’educazione, da un sistema sanitario efficiente, dalla disponibilità di acqua per tutti, dallo sviluppo, dal lavoro per i giovani.

D. – Molti giovani del Benin emigrano in Europa: com’è possibile fare in modo che questi rimangano in Benin e contribuiscano allo sviluppo del Paese?

R. – Una prima risposta è l’educazione: aiutare questi ragazzi a trovare delle alternative serie sul posto. Perché quando io, nelle città, nelle scuole, incontro i ragazzi e parlo con loro dicendo che ci sono delle difficoltà e dei pericoli ad andare via, a lasciare il proprio Paese per sognare l’Europa. Questi ragazzi del Benin mi chiedono: “Quali alternative ci offri? Qual è l’alternativa che ci poni davanti per dirci di non andare via?”. E questo vuol dire che bisogna trovare delle alternative serie; che chi è al potere deve pensare a come fare affinché i ragazzi abbiano la possibilità di rimanere sul posto, trovare un lavoro, fare un apprendistato ben programmato: è necessario un sistema che prenda a cuore la gioventù. Parlo di alternative serie, possibilità di realizzare i propri sogni lì dove uno è nato.

D. – In passato, la sua Associazione “Il Cedro onlus” ha dato vita a numerose iniziative: quali sono al momento i progetti in corso?

R. – Il nostro progetto faro è il poter costruire un centro polivalente di studi per ragazzi in Benin. Nel senso che ci sono molti ragazzi che non riescono ad avere gli strumenti necessari per lo studio. Vogliono studiare ma non hanno i mezzi per poterlo fare. Quindi con “Il Cedro onlus” stiamo cercando di donare a questi ragazzi delle alternative serie all’immigrazione. Rimanete lì. Cosa possiamo offrirvi? Vi offriamo la possibilità di avere a disposizioni un centro dove chi vuole studiare, chi vuole formarsi, chi vuole pensare al proprio futuro e partecipare allo sviluppo del Benin e dell’Africa, possa prepararsi ed avere gli strumenti necessari per farlo. E anche chi vuole imparare un mestiere: il nostro centro vuole essere proprio un laboratorio per preparare i protagonisti del futuro del Benin e anche dell’Africa. Perché è un centro aperto a tutta l’Africa: noi partiamo dal Benin, ma il centro accoglie tutti e prepara tutti i ragazzi dell’Africa, affinché siano davvero loro stessi a prendere in mano il loro futuro. Come ha sempre desiderato San Giovanni Paolo II: che gli africani prendano in mano, da protagonisti, il loro sviluppo economico e sociale.








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