2016-03-05 14:02:00

Amnesty: "Mai più spose bambine". Voci dal Burkina Faso


“Mai più spose bambine” è la campagna di Amnesty International contro i matrimoni precoci e forzati. Ogni anno secondo le Nazioni Unite, le minorenni costrette a sposarsi con uomini molto più anziani di loro sono 13,5 milioni. A questo si aggiungono pratiche come la mutilazione degli organi genitali femminili, le violenze domestiche e gli abusi, le accuse di stregoneria. Nell’ambito delle iniziative per la celebrazione della prossima Giornata internazionale delle donne, sono intervenute ieri a Roma due attiviste per i diritti umani nel Burkina Faso: Hortence Lougué e Kiswendsida Noelie Kouragio. Il servizio di Eugenio Murrali:

Una battaglia in difesa dell’infanzia, una sfida culturale per scardinare le pratiche disumane che costringono bambine a sposarsi, anche a 11 anni, con uomini molto più anziani di loro. Spiega Hortence Lougué che con la sua Associazione d’appui et d’eveil (Pugsada) aiuta molte ragazze vittime di matrimoni precoci:

“In Burkina Faso, il matrimonio precoce e forzato è ancora oggi una realtà. Si tratta di una pratica tradizionale nefasta, ma, con il passare del tempo, ci rendiamo conto di quanto il fenomeno delle spose bambine persista ancora oggi nel Paese. Vediamo bambine – ragazzine – prive d’istruzione o che lasciano la scuola per essere date in sposa. Quelle che hanno il coraggio di venire da noi per chiedere aiuto cerchiamo di ascoltarle, di sostenerle, anche da un punto di vista psicologico, di indirizzarle verso centri di accoglienza o di orientarle verso altre strutture in grado di supportarle. Una bambina che è costretta a sposarsi avrà una gravidanza precoce. E se avrà una gravidanza precoce, il suo corpo non sarà pronto ad accogliere un bambino. La ragazza  potrà quindi avere problemi di salute, rischiare la morte e subire conseguenze anche dal punto di vista ginecologico: le fistole ostetriche, ad esempio. Il neonato stesso avrà problemi di salute, perché sarà figlio di una madre a sua volta bambina. Che tipo di educazione potrà dargli? Quali cure?”.

Dietro questi matrimoni si nascondono spesso interessi economici delle famiglie, alleanze tra clan, ma soprattutto una mentalità che si è cristallizzata. Osserva ancora Hortence Lougué:

“La tradizione in sé non è il problema, ma le pratiche sì: la cattiva interpretazione della tradizione. Anche la religione ha un ruolo, ma non la religione cattolica, perché la Chiesa cattolica in Burkina Faso è pioniera nella lotta contro i matrimoni precoci e forzati. Sin dall’approvazione del decreto Mandel, la Chiesa ha affrontato questa problematica: l’uguaglianza e l’età in cui una ragazza può sposarsi. E molti centri che accolgono queste bambine, che lì cercano rifugio, sono stati creati dalla Chiesa cattolica”.

In Burkina Faso, le leggi per combattere il fenomeno delle spose bambine esistono, ma la maggior parte dei matrimoni viene celebrata con riti tradizionali che lo Stato non riconosce da un punto di vista giuridico e che quindi non può perseguire. Sottolinea la coordinatrice nazionale dell’attivismo giovanile per Amnesty International Burkina Faso, Kiswendsida Noeli Kouragio:

"Come Amnesty International Burkina Faso agiamo in tre modi: sulla popolazione, sul governo e sul piano internazionale e regionale per fare pressione. Nella questione delle spose bambine e in quella della pianificazione familiare giocano un ruolo molti aspetti culturali e tradizionali. E’ necessario perciò lavorare sul cambiamento di mentalità. E’ opportuno porre l’accento sull’educazione: il cambiamento deve venire dalla base. Bisogna che lo Stato possa perseguire i matrimoni precoci e forzati che vengono celebrati in modo tradizionale. Più del 52% delle bambine che sono date in moglie prima dell’età di 17 anni sono sposate con un rito tradizionale che non avendo riconoscimento legale non può essere perseguito dallo Stato. Infatti, se il matrimonio non è celebrato sul piano civile e giuridico in Burkina Faso non è riconosciuto".

Hortence Lougué ci racconta invece uno degli ultimi casi che si è trovata ad affrontare con la sua Associazione:

"Di recente, ho conosciuto una ragazza di un quartiere di Ouagadougou che nel 2015 è stata vittima di matrimonio precoce. Frequentava il primo anno di liceo: aveva solo 15 anni. Era molto brava e andava bene a scuola. A novembre 2015 è stata costretta a interrompere gli studi per raggiungere un’altra città, dove è andata in moglie a un uomo più anziano e già sposato. E’ stato davvero uno choc per questa ragazzina e anche per noi che l’abbiamo vista andare via. Ma, grazie a Dio, siamo state contattate da un operatore dei servizi sociali e da un’amica della mamma che voleva salvare questa ragazza. E insieme, con l’aiuto della polizia, abbiamo di nascosto preso e portato via la giovane dalla scuola, l’abbiamo sistemata in un centro di accoglienza e abbiamo trattato con le persone a lei vicine perché potesse continuare gli studi. Allo stesso tempo, abbiamo cercato di relazionarci con il padre per negoziare con lui".

Ma il fenomeno delle spose bambine non riguarda solo il Burkina Faso, tutti i Paesi della regione ne sono afflitti e, probabilmente, aggiunge Hortence Lougué, buona parte dell’Africa.








All the contents on this site are copyrighted ©.