Crisi migranti.Tusk: " Non venite". Grecia e Turchia al collasso

A tre giorni dal summit cruciale tra Europa -Turchia sulla questione migranti, i flussi all’interno dei confini Ue restano imponenti e le soluzioni lontane. Se ne parlerà questa mattina al vertice franco tedesco a Parigi. Intanto si moltiplicano gli appelli che scoraggiano l’arrivo dei cosiddetti migranti economici.  Il servizio di Gabriella Ceraso:

“Non date retta ai contrabbandieri. Né la Grecia né altri Paesi europei saranno di transito. Le regole di Schengen torneranno di nuovo in vigore". Nel suo giro tra le capitali della rotta balcanica in vista del vertice di lunedì Donald Tusk non può far altro che scoraggiare l’arrivo di altri migranti economici potenzialmente irregolari. I numeri, rileva a colloquio con il premier di Atene, sono ancora troppo elevati. 32mila tra rifugiati e migranti sono fermi in Grecia, oltre 11mila ammassati al confine con la Macedonia. Atene, cui l’Ue ha garantito assistenza per 700 mln di euro, torna a chiedere "sanzioni" per chi "non rispetta i Trattati", prende "decisioni unilaterali" di chiusura delle frontiere e rifiuta la solidarieta'. Preoccupazioni condivise col governo turco che gestisce 2,7 milioni di rifugiati siriani. Ma ad Ankara, cui oggi parleranno anche i leader di Germania e Francia, l’Ue chiede di più in termini di sorveglianza, di rimpatri di irregolari e di strutture di accoglienza. Intanto un’altra crisi si consuma sul fronte franco-britannico. A Calais al quinto giorno di sgomberi nel campo profughi della Giungla, un altro gruppo di iraniani si e' cucito la bocca per protesta. E tra Parigi e Londra è braccio di ferro. Il Regno unito offre altri 22 milioni di sostegno, ma la Francia vuole garanzie su una eventuale Brexit che rimetterebbe tutto in discussione. Per ora ciò che resta è solo un avvertimento: ”Venire a Calais" – come ha detto ieri il presidente Hollande- "significa la certezza di non poter attraversare la Manica e dunque di rimanere senza soluzioni".