2016-03-02 14:21:00

Manuale "salva-cibo" per combattere la cultura dello spreco


Nel mondo la Fao calcola poco meno di 800 milioni di persone che soffrono la fame. Solo in Italia, secondo l’Istat, si contano 5,5 milioni di soggetti in stato di povertà alimentare e il 14,5% delle famiglie faticherebbe a procurarsi un pasto proteico ogni due giorni. Nasce allora il manuale “salvacibo”. Presentata oggi a Roma, è una nuova iniziativa della Fondazione Banco alimentare, in collaborazione con la Caritas italiana e il sostegno del Ministero della Salute. Il testo indicherà alle associazioni caritative la via migliore per recuperare il cibo, in particolare quello deperibile. Il Banco prevede che in tre anni saranno salvate 30 mila tonnellate di alimenti. Il servizio Eugenio Murrali:

Il cibo che si spreca è come se si rubasse alla mensa dei poveri, scrive Papa Francesco nell’Enciclica "Laudato Si’". E per combattere la cultura dello spreco vede la luce il manuale delle corrette prassi operative, redatto dal Banco alimentare e dalla Caritas italiana. Proprio il direttore della Caritas don Francesco Soddu spiega:

"La cultura dello spreco è una risemantizzazione di quella che è la cultura dello scarto. Dalla cultura dello scarto nascono e si producono le nuove povertà: mentre al Sud si muore di fame, lo sappiamo, al Nord ci si ammala di eccessi alimentari. A fronte di una popolazione mondiale di oltre sette miliardi, si produce cibo per 12 miliardi di persone. La fame non è quindi causata dall’insufficienza, ma dalla cattiva distribuzione del cibo e dal suo spreco. Non dimentichiamo mai che accanto agli sforzi doverosi per aiutare chi ha bisogno e ridurre gli sprechi è necessaria la messa in discussione profonda della rotta che si sta seguendo nel progredire dell’umanità e un cambiamento nel modello di sviluppo".

Una nuova via, questo prontuario sulla raccolta, la conservazione e la distribuzione del cibo destinato ai più bisognosi, che rafforzerà l’operato dei molti volontar. Un’opera di misericordia e un impegno che danno gioia, come osserva il direttore generale della Fondazione Banco Alimentare, Marco Lucchini:

"E’ un lavoro quotidiano, che ho cominciato 26 anni fa, che mi stupisce sempre perché le persone di fronte al cibo hanno una attenzione particolare: perché è un bisogno di tutti e non solo dei poveri. I nostri volontari vanno a recuperare il cibo tutte le mattine, nelle mense, negli eventi, e quando poi lo portano a una struttura caritativa vedono queste persone che sono felici di poter mangiare anche beni e alimenti che sono un po’, per così dire, di lusso. La gioia e il sorriso di queste persone è la più grande soddisfazione che possiamo avere". 

Nell’attesa di una legge contro lo spreco, l’iniziativa mira a ridurre la folla degli affamati di giustizia e di carità.








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