2016-03-02 14:00:00

Kuwait: amnistia per lavoratori filippini. Plauso della Chiesa


“Un gesto compassionevole e misericordioso”: così mons. mons. Ruperto Santos, presidente della Commissione episcopale filippina per i migranti, commenta la decisione dell’emirato del Kuwait di concedere un’amnistia parziale ai lavoratori filippini irregolari. D’ora in poi, essi potranno presentarsi alle autorità per regolare la loro situazione, oppure, se lo desiderano, tornare in patria senza essere iscritti alla “lista nera” che vieta la concessione di un nuovo visto di ingresso.

Lavorare tutti per il bene comune
Al contempo, mons. Santos esorta tutti i lavoratori filippini del Kuwait a “mettersi in regola, perché è importante essere sempre nella legalità”. “Lavorare per il bene comune, infatti – spiega il presule – significa, all’atto pratico, fare in modo che i lavoratori all’estero siano sempre al di sopra di ogni sospetto, perché purtroppo sono numerosi in tutto il mondo i casi di abuso contro i nostri connazionali”. Per porre fine a situazioni simili, dunque, sottolinea mons. Santos, è necessaria “la cooperazione” dei filippini stessi.

L’opera della Chiesa cattolica in Kuwait
Poi, il presidente della Commissione episcopale per i migranti ribadisce che “l’ottimo risultato” ottenuto in Kuwait è anche frutto dell’impegno della Chiesa cattolica. Nel Paese del Golfo, infatti, ci sono “tre grandi chiese: la cattedrale della Santa Famiglia a Kuwait City, la chiesa di Santa Teresa a Salamiya e quella di Nostra Signora dell’Arabia ad Alhmadi”. “In tutte queste chiese – sottolinea mons. Santos -  la comunità filippina è viva e rappresenta un motore importante di animazione pastorale”. Infine, mons. Santos ricorda la missione evangelizzatrice portata avanti dai filippini che lavorano all’estero: “In ogni Chiesa del pianeta – spiega – si può ascoltare una messa in filippino. È come se questa lingua fosse il nuovo latino!”.

La missione evangelizzatrice dei lavoratori filippini all’estero
​“I lavoratori filippini all’estero – aggiunge - sono davvero i nostri missionari migliori, perché insegnano e testimoniano la fede ogni giorno e in ogni situazione”. “Il governo deve aiutarli – conclude il presule - ma anche loro devono aiutare i governi per evitare abusi e soprusi”. Da ricordare che, secondo gli ultimi dati, attualmente sono circa 10 milioni i lavoratori filippini all’estero. Di essi, due milioni risiedono nei Paesi del Golfo, tra cui 6mila in Kuwait. (I.P.)








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