Il felice e pacifico esito delle recenti elezioni presidenziali nella Repubblica Centrafricana, vinte al ballottaggio del 20 febbraio dall’ex Primo Ministro Faustin-Archanhe Touadéra, si deve molto alla visita di Papa Francesco dello scorso novembre. Un’opinione espressa da diverse personalità e organizzazioni e pienamente condivisa dall’arcivescovo di Bangui, mons. Dieudonné Nzapalainga.
Un clima nuovo
“Dalla visita del Santo Padre abbiamo sentito soffiare un vento di cambiamento, c’è
stata una totale inversione di rotta”, ha detto all’agenzia Cns il presule, uno dei
principali protagonisti, insieme ad esponenti islamici ed evangelici, della riconciliazione
del Paese africano, teatro fino a pochi mesi fa di una nuova sanguinosa guerra civile
tra gruppi identificati, a volte arbitrariamente, come “musulmani” e “cristiani. “Il
Papa è venuto come messaggero di misericordia e ha esortato alla riconciliazione nelle
nostre comunità. Questo appello alla pace e al perdono è stato ascoltato dagli ex
nemici e combattenti e adesso si è concretizzato, dando al nuovo Presidente una vera
opportunità per la pace”.
L’importante contributo dei leader religiosi musulmani e protestanti
L’arcivescovo di Bangui ha anche sottolineato l’importante contributo al successo
della visita di Papa Francesco dei leader religiosi musulmani e protestanti: “Da quel
momento la campana del dialogo e del negoziato ha continuato a suonare forte e chiaro,
insieme alla campana del compromesso, del consenso e dello sviluppo e questo è quello
per cui abbiamo votato”, ha detto.
Touadéra la persona più indicata per riconciliare il Paese
Quanto all’elezione di Touadéra, già primo ministro dell’ex presidente François Bozizé,
deposto il 24 marzo 2013 dai ribelli Séléka, secondo mons. Nzapalainga si tratta
della persona più indicata per riconciliare e riunificare il popolo centrafricano
e dare giustizia alle vittime delle violenze settarie di questi anni.
Il vescovo di Bangassou: la pace minacciata dalle milizie ugandesi del
Lra
Di “speranza” e “luce in fondo al tunnel” dopo l’elezione di Touadéra, parla anche
il vescovo di Bangassou, mons. Juan José Aguirre Muño che, per altro verso, si dice
preoccupato per le perduranti aggressioni nel territorio della sua diocesi delle milizie
del Lra (Esercito di resistenza del Signore), la guerriglia ugandese che imperversa
anche in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo. (L.Z.)
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