2016-03-01 07:04:00

Migranti: nuove tensioni a Calais e tra Grecia e Macedonia


Questione migrazioni. Sul fronte francese, le operazioni di sgombero della parte sud della cosiddetta Giungla di Calais sono state interrotte a causa degli scontri tra polizia, attivisti no-border e migranti, scoppiati nel pomeriggio di ieri. Intanto, resta critica la situazione alla frontiera tra Grecia e Macedonia. Dopo ore di blocco dei circa 6mila migranti in territorio greco, molti di loro hanno forzato le recinzioni. Decine i feriti. Ce ne parla Fausta Speranza

Siriani, iracheni, afghani, africani: centinaia di disperati, bloccati nel campo di Idomeni, in territorio ellenico forzano e sfondano a colpi di pali e bastoni un tratto della barriera di recinzione riversandosi in territorio macedone. Tra loro, tantissime famiglie e molti tra i feriti sono bambini. La polizia risponde con gas lacrimogeni e bombe assordanti, poi lascia passare. Partiti da Skopje, a bordo di elicotteri, rinforzi  di agenti in assetto antisommossa. A trasformare il confine greco-macedone in un gigantesco campo di attesa, prima, l’annuncio dell'Austria di contingentare gli ingressi, riducendo sensibilmente il loro numero. Poi, a catena, le analoghe decisioni di tutti i Paesi della rotta balcanica: Slovenia, Croazia, Serbia, Macedonia. Al momento, ciascun Paese non autorizza più di 580 ingressi al giorno. Tra i Paesi europei, sembra rafforzarsi il blocco ad est: Repubblica ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria tornano a sostenere il loro piano B che prevede chiusura assoluta delle frontiere. Il premier ceco Sobotka sostiene che sia dovuto visto il fallimento delle politiche di Turchia e Grecia.  Guardando invece a Bruxelles, la Commissione Europea studia provvedimenti contro i Paesi che non hanno attuato i ricollocamenti previsti.

   








All the contents on this site are copyrighted ©.