2016-03-01 19:05:00

Emergenza migranti. Arcivescovo di Atene: sono persone non merce


Sono più di 131 mila i migranti giunti sulle coste europee attraverso il Mediterraneo da inizio 2016. A rivelarlo l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, proprio mentre la Commissione europea pensa ad un sostegno finanziario per l’emergenza migranti. Ancora tensioni poi nel nord della Francia e al confine tra Grecia e Macedonia. Sentiamo Giada Aquilino:

Settecento milioni di euro in tre anni per "affrontare i crescenti bisogni umanitari nell’Unione europea” relativi alla crisi dei profughi e migranti, in particolare nei Paesi della “rotta dei Balcani occidentali”. È quanto prevede la bozza del documento all’esame domani a Bruxelles del collegio dei Commissari, che proporrà un Regolamento riguardo a misure di sostegno finanziario d'emergenza “per operazioni di soccorso umanitario”.

Intanto è ancora tensione a Calais, nel nord della Francia, dopo gli scontri di ieri tra attivisti, migranti e agenti di polizia, incaricati di smantellare il campo. Alcuni profughi, in attesa di attraversare la Manica per raggiungere la Gran Bretagna, hanno tentato di arrampicarsi sui tetti delle loro baracche per evitare che fossero demolite. Due hanno minacciato di tagliarsi le vene e ma sono stati bloccati.

È intanto salito ad oltre 131 mila dall’inizio dell’anno il numero dei migranti arrivati sulle coste europee via Mediterraneo: una cifra superiore a quella registrata dopo i primi 5 mesi del 2015, aumentata di 30 volte rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, fa notare Frontex. Oltre il 90% di queste persone è sbarcato in Grecia. Qui, alla frontiera con la Macedonia, sono scoppiate nuove proteste nel campo di Idomeni: i migranti sono ormai esasperati dall’attesa per oltrepassare il confine, recintato da filo spinato. Mancano cibo e acqua e la situazione igienico-sanitaria è insostenibile. L’Ue ha esortato Skopje ad agire “in conformità alla legge internazionale”, ma il governo macedone ha difeso la propria scelta del gas lacrimogeno, usato ieri contro gli oltre 7 mila migranti ammassati.

Dagli Usa arriva infine l’allarme del comandante Nato in Europa, il gen. Philip Breedlove, secondo cui nel flusso quotidiano di profughi verso l'Europa ci sarebbero terroristi, criminali e foreign fighters: lo ha affermato in una audizione sul sedicente Stato Islamico davanti ad una commissione del Senato americano.

 

Dalla Grecia arriva il richiamo a non dimenticare che si tratta di persone e non di merci: lo sottolinea l’arcivescovo cattolico di Atene, mons. Sevastianos Rossolatos, intervistato da Francesca Sabatinelli:

R. – Certo, anche quei Paesi (Paesi dei Balcani ndr) hanno i loro problemi, però non si trovano nella situazione di avere loro nella loro patria i bombardamenti, la guerra, i rifugiati scappano per sopravvivere. Alcuni Paesi europei cercano di mantenere il loro progresso economico, forse l’integrità nazionale, io non so. Però, qui si tratta di persone, non di merci. Bisogna puntare sul fattore umanitario, pensare alle persone umane.

D. – Soprattutto i Paesi della rotta balcanica hanno però fatto capire molto chiaramente qual è la loro posizione: loro, queste persone, non le vogliono …

R. – Sì, e questo è il guaio. La Grecia, da una parte cerca di scoraggiare questi profughi, però quando entrano nelle barche poi bisogna accoglierli. Ci sono continuamente, ogni giorno, navi che girano per salvare i naufraghi. Certo, i profughi che si trovano adesso in Grecia forse sono 25 mila, il governo cerca di distribuirli in diverse zone per potere avere un servizio più umano per quanto riguarda la distribuzione del cibo, per le condizioni d’igiene e anche per non creare difficoltà con la popolazione locale. Soprattutto le isole che ricevono questi profughi sono isole da un lato turistiche, dall’altro con poche persone, e i rifugiati sono in numero maggiore rispetti agli abitanti delle isole. Per il momento, la gente fa il possibile per aiutare queste persone. C’è la paura per gli atti di xenofobia, perché ci sono gruppi di estrema destra che cercano di approfittare di questa situazione. Io vedo che la gente resiste ancora, a questo estremismo però, quando non avremo più i soldi per sostenere queste persone, ho paura che possa scoppiare qualche reazione brutta. Per fortuna i mezzi di comunicazione contribuiscono a creare uno spirito aperto di accoglienza verso questa gente sofferente. Da parte della Chiesa cattolica, facciamo il possibile, da diversi mesi ci stanno aiutando le Caritas di molte nazioni. Ci sono anche altre organizzazioni private, della Chiesa ortodossa, che aiutano però, a lungo andare, non so come andremo a finire. Loro arrivano continuamente, sono migliaia che arrivano ogni giorno, con questo flusso di profughi, con le frontiere bloccate, tutta questa gente deve rimanere in Grecia. Quindi, il governo sta preparando, con l’aiuto delle forze armate greche, campi di accoglienza con il progetto di aprire a 50 mila persone, con l’idea di arrivare, verso la fine dell’anno, a poterne accogliere anche 100 mila, campi di accoglienza per 100 mila persone, fortunatamente la Germania e alcuni altri Paesi, come l’Italia, ci sostengono. Quindi, la Grecia è decisa ad affrontare la questione umanitaria non respingendo la gente.

 








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