2016-03-01 13:28:00

5 anni fa l'assassinio di Bhatti: ancora persecuzioni in Pakistan


Il 2 marzo di 5 anni fa, a Islamabad, veniva ucciso Shahbaz Bhatti, il politico pakistano cristiano che è stato ministro delle Minoranze. Un Ministero nato e morto con lui e che il fratello Paul Bhatti cerca di far rinascere a difesa dei gruppi più perseguitati, a partire dai cristiani. Il Pakistan lo ricorda con la Messa presieduta dal vescovo Rufin Anthony nella cattedrale di Islamabad e una cerimonia di commemorazione a più voci con vescovi cattolici, leader musulmani e di altre religioni, oltre a rappresentanti civili provenienti da tutto il Paese.  Della figura di Shahbaz Bhatti e delle sfide ancora aperte in Pakistan, Fausta Speranza ha parlato con Mobeen Shahid dell’Associazione Pakistani cristiani che ha sede in Italia:

R. – Shahbaz Bhatti era un laico consacrato, che si è speso fino in fondo per difendere e promuovere le minoranze religiose del Pakistan, tra cui I suoi confratelli in fede, altri cristiani. La figura carismatica di Shahbaz è emersa sia negli anni della scuola, quando  era a capo degli studenti e rappresentava i ragazzi cristiani, sia dopo all’università, quando, anche a costo di ricevere varie accuse, ha continuato a testimoniare Cristo in ogni suo gesto e in ogni sua parola. Ma in particolare, collaborando insieme e sotto la guida del vescovo Anthony Lobo, Shahbaz ha avvertito la necessità di mirare il suo operato allo sviluppo e alla protezione dei cristiani e delle minoranze religiose del Pakistan, come cittadini del Pakistan: perché le minoranze, e in particolare i cristiani, sono cofondatori del Pakistan. Proprio il fondatore del Pakistan, Mohammad Ali Jinnah, parlava di uno status “laico” dello Stato, dove la religione non avrebbe avuto niente a che fare con le questioni relative allo Stato. Oggi, purtroppo, lo Stato del Pakistan è diventato islamico, anche con delle ricadute molto negative, non solo per le minoranze religiose, ma anche per alcuni gruppi islamici, come per esempio gli sciiti, che si trovano in una situazione peggiore rispetto a quella dei cristiani e delle altre minoranze del Pakistan.

D. – Il ministero per la Difesa delle Minoranze è nato con lui, è morto con lui...

R. – Il ministero per gli Affari religiosi a livello federale è nato con lui e ha avuto una morte lenta, perché dapprima fu trasformato in struttura per l’Armonia nazionale e poi per l’Armonia interreligiosa. E oggi è ridotto ad un dipartimento del ministero federale per gli Affari religiosi, che è stato sempre il Ministero per la legislazione islamica, e anche dell’operato islamico a livello nazionale e internazionale, per le varie dinamiche che il ministero comporta.

D. – Sono tante le commemorazioni: ma che cosa davvero si continua a fare per combattere contro le persecuzioni?

R. – La situazione dei cristiani e delle minoranze religiose in Pakitsan, dopo la morte di Shahbaz Bhatti, è peggiorata. La soluzione potrebbe essere quella di ricostituire il ministero federale; ma, al tempo stesso, è solo una goccia in questa direzione, perchè bisogna fare ancora molto lavoro. A livello effettivo - diciamo - l’esempio della esecuzione, della condanna a morte di Mumtaz Qadri, l’omicida di Salman Taseer, è - anche se non si può essere favorevoli alla condanna a morte - un passo fermo della giustizia e del sistema giudiziario del Pakistan, in qualche modo una denuncia a livello sociale del fanatismo che è presente nella società. Può essere un esempio importante per scoraggiare l’abuso della legge della blasfemia. Per cui, il sistema giudiziario del Pakistan ha dato un esempio concreto in questa direzione. Poi le Forze armate stanno combattendo il fenomeno del terrorismo nelle varie città del Pakistan anche per sradicare il fanatismo religioso di cui esse stesse sono state vittime in prima persona: l’anno scorso ci fu l’attacco alla scuola militare dove studiano i figli degli ufficiali militari. In questa direzione, un certo tipo di militanza armata si riduce ma, al tempo stesso, non si interrompe il fenomeno del fanatismo presente nella società.








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