2016-02-29 14:30:00

Africa. Minerali in Paesi in guerra: appello a organismi Ue


Due settimane dopo l'inizio del Trialogo, cioè delle negoziazioni tra il Parlamento europeo, la Commissione europea e i 28 Stati membri dell'Unione Europea che formano il Consiglio dell'Unione Europea, la Focsiv (Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) e il Cidse, che raggruppa una serie di organizzazioni cattoliche internazionali impegnate per lo sviluppo, invitano gli Stati membri dell'Unione Europea a considerare seriamente la questione dei minerali dei Paesi di conflitto, piuttosto che sostenere una posizione che antepone il profitto ai diritti. “Il Consiglio si oppone ad una legge basata su un approccio obbligatorio mentre è a favore di un sistema volontario e parziale, che non è sufficiente a risolvere la questione dei minerali dei conflitti e a garantire che, dietro i dispositivi elettronici che utilizziamo, non si nascondano crimini e sofferenze” afferma un comunicato ripreso dall’agenzia Fides, nel quale si sottolinea che è possibile estrarre in Africa minerali rispettando i diritti dei minatori.

In una miniera in Congo vietato il lavoro minorile
È il caso della miniera Fungamwaka nella Repubblica Democratica del Congo, definita “un esempio di una ‘miniera pulita’, dove il lavoro minorile è vietato e dove non sono presenti gruppi ribelli che si finanziano tassando illegalmente i minatori”. In un video messaggio, mons. Fridolin Ambongo Beseungu, vescovo di Bokungu-Ikela, afferma: "Auspichiamo fortemente che la posizione degli Stati membri dell'Unione Europea possa evolvere in direzione di un regolamento vincolante, perché a mio parere una legge che non è vincolante non è una legge". 

Paesi Ue più sensibili agli affari economici che agli aspetti umanitari
Secondo mons. Ambongo, gli Stati membri dell'Ue sono più sensibili a certi affari economici e meno alla dimensione umanitaria e agli aspetti etici e morali legati allo sfruttamento minerario. Mons. Ambongo sottolinea che la mancanza di una vera e propria legislazione in materia di minerali dei conflitti pone un problema per i consumatori: "Utilizzare un prodotto, senza sapere da dove proviene, con il rischio che possa provenire da una zona di conflitto e contenere minerali sporchi di sangue, può creare un problema di coscienza per molti cittadini europei". (L.M.)








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