Raid aerei di velivoli non identificati – russi secondo alcune fonti sul terreno – su almeno sei città siriane e 10 civili morti a Tel Abiad, città curda al confine con la Turchia: questo il bilancio, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, del secondo giorno della fragile tregua raggiunta sulla Siria tra Stati Uniti e Russia. Il cessate il fuoco, accettato dal governo di Damasco e dalla principale alleanza dell’opposizione siriana, esclude la lotta allo Stato islamico e ad al-Nusra, la filiale siriana di al Qaeda: infatti i raid di oggi, che avevano per obiettivo alcune località nella provincia di Aleppo e un villaggio vicino Hama, sono stati effettuati in un’area dove è molto attiva al-Nusra; mentre l’attacco a Tel Abiad è stato portato avanti dalle milizie del Califfato. Un bombardamento aereo ha colpito anche la città di Raqqa, roccaforte dell’Is nel Paese.
Attesa la ripresa dei negoziati il 7 marzo
Una tregua che sembra reggere nonostante le prevedibili
violazioni da entrambe le parti, che finora non destano preoccupazioni, secondo il
presidente americano Obama e l’inviato speciale dell’Onu in Siria, Staffan de Mistura
- ma una valutazione attendibile non potrà arrivare prima di domani - in attesa della
ripresa dei negoziati che avverrà il 7 marzo prossimo. Se, dunque, nei prossimi giorni
i bombardamenti non riprenderanno su larga scala, la priorità sarà la questione umanitaria,
con i soccorsi da portare alle circa 480mila persone bloccate nelle 17 aree individuate
sotto assedio. (A cura di Roberta Barbi)
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