2016-02-28 10:30:00

Caritas Ragusa: opportunità di lavoro per italiani e immigrati


Un progetto che vuole formare professionalità nell’edilizia e nell’agricoltura favorendo l’integrazione tra diverse culture ed etnie. Lo sta portando avanti la Caritas di Ragusa grazie alla diocesi, che ha messo a disposizione terreni e beni immobili, e alla collaborazione di associazioni ed enti. “Costruiamo saperi”, questo il nome del progetto, che sta coinvolgendo immigrati di diverse nazionalità e ragusani in una serie di iniziative volte anche a creare opportunità di lavoro. Ne parla, al microfono di Tiziana Campisi, il direttore della Caritas di Ragusa, Domenico Leggio:

R. – Con “Costruiamo saperi” ci siamo chiesti: ma come possiamo professionalizzare delle maestranze in alcuni settori portanti per il nostro territorio, per la nostra economia diocesana e soprattutto del territorio di Ragusa? Questi settori sono stati individuati in falegnameria, in edilizia e in agricoltura come settori su cui investire e su cui poter chiedere la disponibilità delle persone a professionalizzarsi.

D. – Chi coinvolge questo progetto?

R. – Sta coinvolgendo 25 immigrati. Abbiamo 14 nazionalità all’interno del gruppo, provenienti sia dall’Unione Europea ma anche da Tunisia, Marocco, Afghanistan, Pakistan, El Salvador, Eritrea, Etiopia … Hanno partecipato a un bando; sono state oltre 70 le domande. Di queste 70, 50 persone hanno iniziato un percorso di workshop, quattro fine settimana di 16 ore ciascuno. Soprattutto, abbiamo lavorato proprio con loro e questo già ha ribaltato la mentalità: vederci come coloro che vogliono costruire con loro e non come il datore di lavoro-padrone …

D. – La Caritas con chi sta portando avanti il progetto “Costruiamo saperi”?

R. – Chiaramente c’è stato il coinvolgimento della diocesi, che ha voluto che l’organismo Caritas portasse avanti questa progettualità su un fondo di disponibilità e di proprietà della diocesi, con un vasto caseggiato e con 10 ettari di terreno attorno, ma anche con due locali nel centro storico della città di Ragusa. Sono stati coinvolti anche “Conf-cooperative Regione Sicilia”; “Uniti senza frontiere”, che è un’associazione formata da immigrati e da italiani, presente nel nostro territorio storicamente; “Architetti senza frontiere” con sede a Milano, che opera proprio nel settore degli interventi ed è anche una no-profit dell’edilizia e della ricostruzione. Questa disponibilità di due locali della diocesi nel centro storico, nel cuore di Ragusa, vuole anche sancire questo: ci preoccupiamo di ri-donare alla collettività luoghi in cui poter partecipare a eventi e a iniziative, ma lo leghiamo al cuore pulsante di una città, che è il centro storico. Quindi, la possibilità, in questi locali, di raccontare il progetto, di incontrare la gente, di organizzare degli eventi in cui gli stessi beneficiari del progetto incontrano la città; locali in cui si possono anche degustare cibi di diverse nazionalità e in cui le persone hanno potuto anche donare libri, testi, con cui poi si sono organizzati momenti di lettura e momenti di gioco con i più piccoli.

D. – Che frutti sta portando “Costruiamo saperi”?

R. – Il primo frutto è di tipo culturale, perché le persone non solo beneficiarie del progetto, ma anche le diverse maestranze, la rete che stiamo coinvolgendo, si sta rendendo conto del grande valore – anche in termini partecipativi – che il progetto ha. Un altro valore è quello di tipo sociale, dell’integrazione, della possibilità di confrontarsi tra le diverse nazionalità. E l’altro punto è quello economico, anche di sviluppo del territorio. L’idea è anche quella di creare due cooperative in cui i beneficiari possano trovare possibilità di lavoro, ma non soltanto loro, anche altre persone.








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