2016-02-27 07:45:00

Scatta tregua in Siria. Se reggerà, negoziati di pace il 7 marzo


Dalla mezzanotte è entrato in vigore in Siria il cessate il fuoco previsto dall’accordo tra Russia e Stati Uniti. L’intesa prevede, tra l'altro, che non si fermeranno le operazioni militari contro le milizie del sedicente Stato islamico ed il gruppo Al Nusra, braccio di Al Qaeda in Siria. Se la tregua reggerà, i colloqui di pace potrebbero riprendere il 7 marzo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

La giornata, prima dell’entrata in vigore della tregua, è stata scandita da attacchi di gruppi ribelli e da raid condotti dalle forze governative con l’appoggio dell’aviazione russa. Poi, dopo la mezzanotte, sono cessati scontri e combattimenti a Damasco, nella vicina città di Daraya controllata da gruppi di insorti, e in altre martoriate zone del Paese. “I prossimi giorni saranno critici”, ha avvertito il presidente americano Barack Obama, invitando Mosca e Damasco a rispettare gli accordi presi. Da parte sua, il capo di Stato russo Vladimir Putin ha affermato che il processo di pace in Siria è “complicato”, ma non ci sono alternative. Il governo turco ha inoltre espresso preoccupazione per l’effettiva tenuta della tregua. L’inviato dell’Onu per la Siria, Staffan De Mistura, ha intanto annunciato un altro cruciale appuntamento: se la tregue reggerà e se sarà assicurato l’arrivo degli aiuti umanitari – ha detto De Mistura - il negoziato tra le parti in conflitto riprenderà il prossimo 7 marzo.

Sull’importanza della tenuta di questa tregua ascoltiamo l’arcivescovo melchita di Homs Jean-Abdo Arbach al microfono di Marina Tomarro:

   

R. – Per noi è una grande gioia che ci sia questa tregua, perché potrebbe essere un primo passo per un cammino di vera pace. Stiamo aspettando che sia messa in pratica davvero, perché in essa c’è la speranza che sia la prima scintilla verso la pace. Siamo figli della pace e vogliamo che questo momento tanto agognato diventi un gesto importante non solo per noi ma per tutto il mondo!

D. - Come è iniziata la persecuzione contro i cristiani in Siria?

R. - Con una violenza enorme … uccidendoli in maniera crudele. I terroristi, quando entravano nelle nostre città, invadevano le chiese e subito si scagliavano contro le icone come fossero persone vive sfregiando i loro volti, in segno di disprezzo verso la fede che rappresentavano … Prima della guerra i rapporti tra musulmani e cristiani erano pacifici. In precedenza c’erano stati degli episodi di violenza, ma erano sporadici, e più che in Siria succedevano in Iraq o in Libano … ma era più un dare fastidio che un vero odio. Con l’arrivo della guerra tutta l’ostilità è invece uscita fuori, le violenze si sono moltiplicate in una maniera spaventosa.

D. - Quanto è importante che i cristiani restino in Siria?

R. – A nessuno piace essere strappato dalla propria casa, è una cosa crudele inumana. Ed è li la spiegazione del perché non dobbiamo lasciare la nostra terra, perché ci siamo nati e vissuti, è il nostro ambiente, per questo vogliamo rimanere! E per questo chiediamo aiuto all’Europa! Innanzitutto vi chiediamo preghiere e poi domandiamo con forza che cessi la guerra, basta con tutta questa violenza! Bisogna far capire a chi è al potere di non andare oltre, di non dividere ancora il Medio Oriente ma di aiutarlo ad essere più unito. La nostra terra è patrimonio di tutti, e tutto il mondo conosce il massacro che stiamo subendo. Se questa sorgente di civiltà viene distrutta totalmente, cosa succederà poi? Io personalmente in questo momento cerco di essere uno strumento di Dio per aiutare tutti coloro che hanno bisogno, cristiani e musulmani, non c’è differenza, siamo tutti fratelli!

D. - Cosa potrebbero fare di più gli aiuti internazionali?

R. - Finché ci sono gli interessi economici nessuno riuscirà ad aiutarci davvero. Chi governa deve cambiare la mentalità, per darci un vero aiuto, non solo quello scritto sulle carte. Tutte le guerre vengono fatte per interessi economici e la nostra purtroppo non fa eccezione.








All the contents on this site are copyrighted ©.