2016-02-27 14:14:00

Giubileo di Confindustria: l'emozione degli imprenditori


Tanta è stata l’emozione per la prima storica udienza di un Papa agli imprenditori della Confindustria italiana. Ascoltiamo al microfono di Michele Raviart la voce di alcuni partecipanti, a partire da Michele Somma, presidente di Confindustria Basilicata:

R. – E’ un’emozione fortissima: il fatto che dopo oltre 100 anni di vita di Confindustria, questa sia la prima volta dà già il senso della specialità dell’evento. Questo Papa è un Papa eccezionale: è un Papa che ha richiamato tutti, anche gli imprenditori, a una visione etica e sociale dell’impresa che io credo sia propria di gran parte delle nostre aziende italiane. Molte di queste hanno storie eccezionali di sacrificio, di successo e una volta che il successo ha arriso a queste aziende, vediamo come molto spesso questo si traduca in interventi a favore del sociale. Il vero valore sociale dell’impresa è quando l’impresa riesce a generare momenti di serenità non solo economica, ma di serenità per la vita dei propri collaboratori.

D. – Laura Vernini di Confindustria Energia: come si fa impresa per il bene comune?

R. – Non è un “fare” riportato su un’individualità, ma piuttosto creare un meccanismo di ripresa e di bisogno comune proiettato all’altro: cioè, creare posti di lavoro, creare comunque uno sviluppo pulito e buono che non derivi dallo sfruttamento.

D. – A proposito di posti di lavoro, Papa Francesco parla spesso di “inclusione”, dei giovani, delle famiglie…

R. – Stiamo cercando di trovare la soluzione per trovare un posto per i giovani, perché senza un posto per i giovani non si hanno neanche le famiglie, perché comunque la mancanza lavoro è un grande ostacolo per creare una famiglia.

D. – La situazione attuale, come la vedete?

R. – Eh, non per niente siamo dal Santo Padre, no? Proprio per cercare veramente un aiuto, una preghiera e un sostegno. Siamo in un momento difficile…

D. – Alberto Caprari, presidente della Federazione della meccanica italiana: il Papa parla di inclusione, nell’economia, per famiglie e giovani. Come?

R. – Nelle piccole e medie imprese, il ruolo della famiglia è molto forte. L’impresa, la fabbrica, l’officina diviene una scuola di vita. I giovani debbono comprendere che avvicinarsi al lavoro che si svolge nelle fabbriche è un ingresso veramente qualificante nel mondo del lavoro.

D. – Che cosa significa per voi essere ospitati per la prima volta dal Santo Padre?

R. – Per noi, è un grande onore. Riteniamo che il settore meccanico abbia un valore sociale fortissimo per il nostro Paese, perché la forza lavoro è molto a contatto con chi la dirige, si genera benessere, in tante regioni italiane le aziende della Meccanica fanno parte proprio del tessuto operativo della vita dei paesi, di tutto quanto, insomma…

D. – Giampaolo Pedron, presidente di Confindustria Veneto: come si combatte la cultura dello scarto e dell’esclusione dei più deboli?

R. – Il Veneto ha una cultura antropologica fortemente solidale: abbiamo il 10% di popolazione straniera, eppure siamo riusciti a integrarla nonostante la politica molto spesso dia un messaggio di chiusura nei confronti dell’accoglienza del diverso.

D. – Quando Papa Francesco parla di economia, parla appunto del ruolo sociale dell’impresa. Come è possibile in una situazione comunque sia di difficoltà economica?

R. – Per poter mantenere questo ruolo sociale – perché è una comunità di persone che lavorano assieme – la grande sfida che abbiamo di fronte è quella di lavorare per l’economia reale e non per l’economia finanziaria. E, secondo, continuare in questo grande sforzo di innovazione, perché solo innovando costantemente si riesce a produrre valore da distribuire.








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