2016-02-26 13:02:00

Unioni civili. Aibi: il "grande bluff" delle adozioni gay


All’indomani del sì del Senato, grazie al voto di Pd, Area popolare e verdiniani, alla fiducia sul maxiemendamento alle Unioni Civili, la senatrice del Pd Cirinnà rilancia il tema delle adozioni gay: “Un ddl in materia - ha detto -  è quasi pronto. Verrà incardinato alla Camera, dove i numeri sono sicuri, in modo che arriverà al Senato blindato”. Il testo licenziato ieri da Palazzo Madama non prevede la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà, ma le associazioni cattoliche parlano di confusione tra matrimonio e unioni gay. Il portavoce del Family Day Gandolfini definisce la legge “incostituzionale” e si appella al presidente Mattarella. “Un grande bluff quello messo in atto dal governo sulle adozioni” denuncia Marco Griffini, presidente dell’Associazione Ai.Bi, amici dei bambini, che da anni si batte per una riforma delle adozioni internazionali. Paolo Ondarza lo ha intervistato:

R. – Si è rivelato un bluff, nel senso che se si voleva sistemare quei 500 casi di coppie omosessuali conviventi che hanno i figli, questo lo si poteva tranquillamente fare con la legislazione attuale. Solo il Tribunale di Roma in questi ultimi tempi ha regolarizzato 16 casi di adozione del figliastro. Evidentemente il ddl Cirinnà aveva tutto un altro scopo. Effettivamente adesso il bluff si è scoperto, perché a pochissime ore dall’approvazione della legge sulle unioni civili, sono incominciati i discorsi sulla riforma delle adozioni. Adesso è come un vantaggio, perché effettivamente si è creato una sorta di credito nei confronti delle coppie omosessuali che, private del diritto all’adozione, lo vanno a reclamare addirittura con la riforma legislativa.

D. – Anche qualora non venisse fatta la riforma delle adozioni con questo maxiemendamento, si sente di dire che non è affatto scongiurata la possibilità delle adozioni per le coppie omosessuali?

R. – Ma, io direi che adesso rispetto all’altro ieri hanno una cosa in più, nel senso che – come si diceva prima – già si potevano sistemare le adozioni del figliastro. Adesso con il fatto di avere un riconoscimento, di essere comunque registrati come coppie di fatto, l’equiparazione al matrimonio con un semplice ricorso alla magistratura è molto più facile rispetto a prima. Basta ripercorrere la storia dell’Irlanda per vedere come è iniziato il discorso per il riconoscimento del matrimonio alle coppie gay, dell’adozione alle coppie gay: è iniziato proprio così.

D. – La vostra battaglia da anni è quella di chiedere una riforma organica delle adozioni internazionali. Proprio in queste ore la relatrice del disegno di legge sulle unioni civili, Monica Cirinnà, ha detto: “Un ddl sulle adozioni per le coppie omosessuali è quasi pronto; verrà incardinato alla Camera e arriverà al Senato blindato”. Come accogliete queste dichiarazioni?

R. – Le accogliamo molto male, perché chiaramente la strada adesso è aperta. La riforma delle adozioni, se partirà come partirà, sarà centrata su un unico obiettivo, che sarà quello di aprire alle coppie omosessuali.

D. – La politica, dunque, diciamo, apre le porte, apre la strada alla riforma delle adozioni con speciale riguardo alle coppie omosessuali, lei sta dicendo, mentre le vostre richieste da più anni avanzate restano ignorate?

R. – Resteranno ignorate, perché purtroppo, come si vede, in Italia, manca il dibattito parlamentare. Questa vicenda delle unioni civili lo ha dimostrato: non c’è stato nessun passaggio in Commissione parlamentare. Già lo vediamo noi il prossimo cammino di questa riforma delle adozioni internazionali: partirà una linea governativa e si arriverà magari a porre anche qui la fiducia, perché si vuole arrivare a questo obiettivo di aprire le adozioni agli omosessuali.

D. – Mentre voi con altrettanto tempismo che cosa avreste desiderato?

R. – E’ quello che stiamo chiedendo da anni. In Commissione Giustizia, al Senato e alla Camera da anni giacciono delle proposte di riforma delle adozioni internazionali che hanno l’obiettivo di incrementare le adozioni, di renderle molto più facili. Non dimentichiamo, infatti, che questo dibattito sugli omosessuali nasconde quella che è una drammatica realtà: oggi noi in Italia abbiamo 5 milioni 450 mila coppie eterosessuali coniugate senza figli.

D. – Desiderose di avere figli?

R. – Tutte le indagini che sono state svolte dimostrano non solo che queste coppie vorrebbero avere dei figli ma non possono averne perché sono sterili, ma addirittura non vorrebbero limitarsi ad un solo figlio, ma a più figli. E quindi noi abbiamo questo enorme esercito che nessuno considera, perché tutta l’attenzione è stata posta in questo dibattito su 7500 coppie di omosessuali conviventi.

D. – Avete una richiesta al governo in questo momento?

R. – Noi già sappiamo quali saranno le linee di questa riforma che spazzerà via totalmente tutto il mondo del no profit, quindi anche le realtà cattoliche. E’ successo anche in Inghilterra: quando l’Inghilterra ha aperto l’adozione agli omosessuali, le agenzie cattoliche hanno posto l’obiezione di coscienza. Per cui queste agenzie cattoliche inglesi si sono opposte e le autorità hanno detto loro: “No, l’adozione internazionale è un servizio pubblico: o voi vi attenete a quello che è la legge o non operate più”. E quindi, di fatto, hanno chiuso. Siamo molto preoccupati perché il futuro non è per nulla roseo.








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