Per ricordare i 150 anni dall’inizio della persecuzione anti-cristiana in Corea, l’arcidiocesi di Seoul ha aperto tre Porte Sante in altrettanti santuari dedicati ai primi martiri della Chiesa cattolica locale. Si tratta del mausoleo di Jeoldusan, del santuario di Saenamteo e della chiesa cattolica di Yakhyeon. Alla cerimonia di apertura, svoltasi il 23 febbraio – spiega l’agenzia AsiaNews - hanno partecipato circa 2 mila fedeli per ogni luogo. L’evento rientra nell’Anno dedicato alla commemorazione del martirio, proclamato dall’arcivescovo della capitale, il cardinale Andrew Yeom Soo-jung.
Card. Yeom: i martiri, esempio di fede radicata
Inaugurando l’Anno commemorativo nella cattedrale
Myeongdong, nel cuore di Seoul, il porporato ha sottolineato: “Se guardiamo ai cattolici
di 150 anni fa, la nostra fede oggi sembra più debole, nonostante la libertà religiosa
di cui godiamo. Per questo dobbiamo ricordare i nostri predecessori, che hanno conservato
la fede e hanno continuato a credere anche nelle situazioni più dolorose”. È importante,
ha concluso il card. Yeom, “meditare su questo esempio. Non possiamo andare avanti
senza riflettere sul nostro passato. Il Signore ci aiuti a seguire l'esempio dei martiri,
e a vivere una vita al servizio degli altri”.
La singolare storia della Chiesa cattolica coreana
La storia della Chiesa cattolica in Corea, Paese di
tradizione buddista, ha avuto un inizio singolare. La Corea, infatti, non è stata
evangelizzata da missionari stranieri, ma da laici e laiche coreani. Il primo secolo
cristiano nel Paese (1784-1884) è stato tuttavia segnato da durissime persecuzioni
costate la vita a 10 mila martiri, pari all’incirca alla metà dell’intera Chiesa dell’epoca.
I cristiani hanno ottenuto la libertà religiosa solo dopo la firma del Trattato tra
Corea e Francia nel 1886. Ma questa libertà non è durata a lungo, perché durante l’occupazione
giapponese della Penisola, dal 1910 al 1945, la Chiesa coreana ha vissuto sotto il
rigido controllo dell’Impero del Sol Levante. La riconquista dell’indipendenza, dopo
la sconfitta del Giappone nel 1945, non ha portato la libertà a tutto il popolo coreano.
La Corea, infatti, è stata spaccata in due parti, a Sud e a Nord del 38° parallelo.
(I.P.)
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