2016-02-25 14:02:00

Spagna, accordo Psoe-Ciudadanos, fiducia a rischio


Dopo settimane di trattative per il nuovo governo, la situazione politica in Spagna è in un vicolo apparentemente cieco: il leader del partito socialista Pedro Sanchez, incaricato dal Re Felipe VI di formare l’esecutivo, scarta l’estrema sinistra di "Podemos" e sceglie i centristi di "Ciudadanos", con i quali però non raggiunge la maggioranza utile per la fiducia del prossimo 3 marzo. "Podemos" dichiara che non appoggerà il nuovo esecutivo. A Riccardo Pennisi, analista di politica europea per l’Aspen Institute, Stefano Pesce ha chiesto i motivi del mancato accordo socialista con la sinistra e le future conseguenze:

R. – La matematica, nel nuovo parlamento spagnolo, offre ai socialisti due possibilità: o rivolgersi a sinistra, verso "Podemos" e altri piccoli partiti per metterli insieme e cercare di fare una coalizione di sinistra, oppure cercare un accordo con i centristi liberali di "Ciudadanos". Davanti alla difficoltà dell’accordo con la sinistra radicale di "Podemos", che non solo appunto è più radicale dei socialisti, ma è anche interessata allo stesso elettorato – e quindi non è molto contenta dopo una campagna elettorale molto forte, radicale, dai toni aspri, di sedersi adesso a trattare con i socialisti – Pedro Sanchez ha deciso che la sua migliore possibilità era quella di rivolgersi verso il centro. E ha quindi cominciato a discutere con il leader di "Ciudadanos", Albert Rivera, per cercare di ottenere da lui un accordo di governo.

D. – Perché è fallito l’accordo con "Podemos"?

R. – "Podemos" e "Ciudadanos" sono i due nuovi partiti della politica spagnola, mentre i Socialisti e i Popolari sono i due partiti “classici”. C’è un po’ di concorrenza tra "Podemos" e "Ciudadanos": si litigano quell’elettorato spagnolo molto consistente in cerca di novità politiche. "Podemos", da un lato, non vuole accordarsi con "Ciudadanos", perché li considera troppo liberali, amici delle imprese: li chiamano “il partito della Borsa”, perché li accusano di essere al servizio solamente della grande industria e dei grandi imprenditori spagnoli e di non essere dalla parte del popolo come loro. Quindi, già in campagna elettorale, avevano promesso di non fare nessun governo con Ciudadanos. Questo è uno dei motivi per cui "Podemos" si è tirata fuori da queste trattative. Il secondo motivo è che Podemos vuole vedere il capo dei Socialisti, Pedro Sanchez, non ottenere la fiducia il 3 marzo, quando la andrà a chiedere in Parlamento. E quindi questo rifiuto lo indebolirebbe e lo ammorbidirebbe nelle future eventuali trattative per un nuovo accordo.

D. – Ecco, in questa situazione, il Partito socialista e Ciudadanos in questa alleanza non raggiungono la maggioranza; Podemos si tira fuori. Il 3 marzo che cosa ci sarà da aspettarsi?

R. – Ci sarà da aspettarsi probabilmente che Pedro Sanchez non otterrà l’incarico di governo, la fiducia del parlamento, perché questi 130 deputati, come abbiamo detto, non sono la maggioranza assoluta. "Podemos" si è tirata fuori, ma dall’altra parte anche il Partito popolare si è rifiutato di sottoscrivere questo patto. Quindi, molto probabilmente, non ci sarà niente da fare il 3 marzo, e la fiducia non sarà ottenuta da Pedro Sanchez. In compenso, dal punto di vista del giudizio dell’opinione pubblica, sicuramente farà bene ai Socialisti e a Pedro Sanchez, perché gli spagnoli sono un po’ stanchi di tutte queste trattative e di tutto questo tatticismo e politicismo, e vorrebbero vedere il loro Paese guidato da un nuovo governo. Quindi, nonostante il fallimento, sicuramente però apprezzeranno il tentativo di Ciudadanos e di Pedro Sanchez.

D. – E si andrà quindi a elezioni anticipate…

R. – Questo è tutto da vedere, perché, anche se la fiducia non viene raggiunta, la Costituzione spagnola prevede due mesi per tentare un nuovo incarico e potrà ancora farlo Pedro Sanchez, per il quale non servirà stavolta la maggioranza assoluta, ma ne basterà una relativa. Quindi, sarà forse un po’ più facile per il leader dei socialisti mettere in piedi un governo di minoranza, negoziando l’astensione invece che il sostegno con altri partiti. In questo caso, sia "Podemos" che il Partito popolare aspettano le nuove offerte del capo dei socialisti. Altrimenti, se entro il 3 maggio non si troverà un altro accordo, si tornerà a votare verso giugno.








All the contents on this site are copyrighted ©.