2016-02-25 14:00:00

Caritas Internationalis: non chiudere le frontiere ai migranti


“L’Europa soffre di una crisi di solidarietà nei confronti dei rifugiati che bussano alle sue porte in fuga dalla guerra”: lo afferma Patrick Nicholson, responsabile del Servizio comunicazioni della Caritas Internationalis, citato dall’agenzia Sir. Dopo la decisione dell’Austria di limitare gli accessi ai migranti e l’annuncio, da parte dell’Ungheria, di voler indire un referendum sulle quote obbligatorie, i Paesi della “rotta balcanica” hanno introdotto analoghe misure restrittive, soprattutto alla frontiera greco-macedone, dove possono passare solo profughi dalla Siria e dall’Iraq, muniti di validi documenti di identità.

Migliaia di persone bloccate, senza acqua né cibo
“Si è creato un effetto domino”, spiega Nicholson, preoccupato che “in Grecia, già colpita fortemente dalla crisi, sono rimaste bloccate migliaia di persone senza le adeguate condizioni per un soggiorno più lungo come alloggi, cibo, accesso all’acqua”. A Idoimeni, dalla parte greca del confine con la Macedonia, è stato aperto un altro campo provvisorio per i migranti in attesa. “La situazione sta cambiando velocemente – aggiunge Nicholson – e la rete della Caritas la sta seguendo con molta attenzione”. “Siamo pronti a intervenire, se necessario, sia in Grecia, sia nei Paesi balcanici”, conclude.  

Dare priorità alle persone, non alle frontiere
​Fino ad ora, la Caritas ha distribuito oltre un milione di confezioni di cibo, kit igienici, medicinali, oltre ad offrire un’adeguata assistenza sanitaria e psicologica. Dal suo canto, Caritas Europa ribadisce che “l’Ue deve dare priorità alla vita ed ai diritti delle persone, anziché al controllo delle frontiere”. “I migranti – sostiene l’organismo – non sono ‘flusso’ o ‘invasione’, ma uomini, donne e bambini a rischio. La ‘fortezza Europa’ non scoraggerà le persone a rischiare la propria vita per arrivarci”. (I.P.)








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