2016-02-25 15:51:00

Aleppo nei ricordi di una famiglia emigrata un secolo fa


Riccardo de Ghantuz Cubbe è un italo-siriano, discende da una antica e nobile famiglia maronita di Aleppo che nel corso dei secoli si è distinta per un grande esercizio della misericordia e che seppe contribuire alla convivenza pacifica tra cristiani e musulmani nel periodo della dominazione ottomana. Una famiglia di crociati che nel tempo aveva intuito che la vera crociata si doveva combattere con le armi della pace. "Ci sono andato in visita con mia figlia nel 2008 ed entrarci è stato quasi ricongiungermi con un pezzo di me stesso", racconta ai nostri microfoni. "Il fatto che manchi una classe dirigente che si senta responsabile del progresso sociale di tutta la nazione mi amareggia. La sfida più grande è la cultura. I siriani sono un popolo colto, qualificato professionalmente e culturalmente. Questo tratto, dopo il pane e il fatto di non morire sotto le bombe, va difeso e promosso, e il mio piccolissimo impegno a distanza cerca di andare proprio in questa direzione".

"Da quello che mi narrava mio padre, Aleppo era una città piccola, piena di poesia e bellezza, circondata da paludi, con le sue mura antiche tutta stretta attorno alla cittadella, con i quartieri cristiani fuori dalla cinta. La povertà era diffusa, ma era diffusa pure la solidarietà, la familiarità, la misericordia, l'ospitalità, valore assolutamente sacro. Nei periodi di carestia i miei antenati, molto ricchi, facevano arrivare anche da molto lontano, dall'India o dalla Cina, carovane di approvvigionamenti, cereali soprattutto, sfamando tutta la città senza tenere conto delle differenze appartenenza religiosa". E racconta dei sacchi di farina fatti trovare ai crocicchi delle strade e di altre storie di misericordia. "Apprendere di una città e di un Paese sfibrato dalla guerra mi fa sentire il cuore in pezzi. L’ultima volta che entrai in quella nostra casa bellissima, che fino ad allora avevo guardato e sognato solo in fotografia, fui quasi per svenire. Emigrando abbiamo abbandonato il nostro Paese, è il nostro rammarico grande, ci sentiamo impotenti ad aiutare quella che considero ancora la mia gente". 








All the contents on this site are copyrighted ©.