2016-02-24 11:43:00

Rapporto Amnesty: violazioni dei diritti umani in aumento


Aumentano i conflitti e le crisi umanitarie nel mondo e nel 2015 sono aumentate anche le violazioni ai diritti umani. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale di Amnesty International, che sottolinea però  anche successi globali, come l’abolizione della pena di morte in tre Stati. Elvira Ragosta:

La protezione internazionale dei diritti umani rischia di essere compromessa a causa di interessi nazionali di corto respiro. E’ il monito di Amnesty International alla presentazione del Rapporto 2015-2016, che punta l’attenzione sull’aumento dei conflitti, sulla crisi dei rifugiati in Europa, sugli effetti della crescente adozione delle misure antiterrorismo da parte degli Stati e sulla crisi della Comunità internazionale. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia:

"122 Paesi in cui si è torturato, 113 in cui sono state limitate la libertà di manifestazione e di stampa e 156 difensori dei diritti umani uccisi: il che vuol dire che nel mondo si è esercitata una repressione sempre più forte e chi ha provato a parlarne o a denunciarla ha fatto una brutta fine. Ci sono sempre episodi positivi durante l’anno – la liberazione di tanti, tanti prigionieri di coscienza, la pena di morte abolita in tre Paesi, Fiji, Madagascar e Suriname – ma complessivamente il quadro è di continuità, perché abbiamo la crisi globale dei rifugiati che peggiora continuamente, abbiamo il conflitto siriano che peggiora, abbiamo un nuovo conflitto che è quello in Yemen con crimini di guerra e altre crisi che sono ancora in corso senza via di risoluzione”.

Sono 160 i Paesi nei quali Amnesty International ha svolto ricerca e ricevuto informazioni credibili su violazioni di diritti umani nel 2015. Tra i successi globali, l’approvazione da parte dell’Assemblea generale dell’Onu di una risoluzione sui difensori dei diritti umani, sostenuta da 190 Organizzazioni non governative, tra cui Amnesty. Poi, l’abolizione della pena di morte da parte di Madagascar, Figi e Suriname. Gianni Rufini, direttore di Amnesty International Italia:

"Continua a diminuire il numero di Paesi che applicano la pena di morte. E questo è uno dei pochi aspetti positivi di questo Rapporto 2015. Ce ne sono rimasti ormai solamente una ventina che effettivamente la applicano, anche se persiste ancora nella legislazione di circa una quarantina di Paesi. Però, rispetto alla situazione di 50 anni fa, quando abbiamo iniziato la nostra battaglia, ormai sono una sparuta minoranza i Paesi che ancora utilizzano questa barbarie. Purtroppo, in alcuni di questi Paesi – come, per esempio, in Arabia Saudita – il numero di esecuzioni è aumentato vertiginosamente, anche in Pakistan è accaduta una cosa del genere. Quindi, sono pochissimi i Paesi che ancora la applicano, ma purtroppo non dimostrano una tendenza a diminuirne l’uso".

Nel rapporto 2015-2016 anche un aggiornamento dell’Agenda in 10 punti sui diritti umani in Italia. Antonio Marchesi, presidente di Amnesty Italia:

"Non abbiamo ancora, in Italia, una istituzione nazionale per i diritti umani, come invece richiesto dai cosiddetti "Principi di Parigi" dell’Assemblea generale. E questo nonostante l’Italia si sia impegnata ad introdurla nel momento in cui si è candidata al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. E’ un impegno formale, che sembra essere disatteso".

Nel corso della presentazione del Rapporto annuale è stato proiettato un video realizzato dalla Saatchi & Saatchi, in cui lo scrittore Roberto Saviano, sulle note della ballata “Here’s to you”, dedicata a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, ingiustamente condannati a morte negli Stati Uniti nel 1927, invita tutti a far sentire la propria voce per tutti i Sacco e Vanzetti di oggi. Giuliano Montaldo, regista del film “Sacco e Vanzetti”, del 1971:

"Uno dei problemi gravi è che la parola intolleranza è la madre di tutto quello che può accadere nel razzismo, nelle guerre, nelle sopraffazioni. E’ una parola che proprio mi fa proprio soffrire! E devo dire che, purtroppo, il mondo non sta reagendo: mi sembra che Amnesty proprio oggi abbia fatto un elenco agghiacciante di quello che succede. Il mondo è fatto di strane curve di grandi momenti, quello che dovrebbe vincere la conoscenza e la cultura, ma la cultura viene soffocata da egoismo, da ignoranza, da intolleranza e dalla voglia di ricchezza".








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