La diocesi di Amravati, nello Stato indiano del Maharashtra, è in prima linea contro i mali originati dalla povertà e dalle difficoltà quotidiane che provocano nel territorio un vero e proprio “genocidio” tra i contadini.
La solidarietà della Chiesa con i contadini in difficoltà
“La diocesi — ha spiegato il vescovo Elias Joseph Gonsalves — presenta uno dei più
elevati tassi di suicidio tra i contadini in tutta l’India. Gli agricoltori sono colpiti
da carestie, siccità e indigenza. Negli ultimi otto anni, a causa di ripetuti cattivi
raccolti, molti di loro hanno deciso di togliersi la vita. È per questo che la Chiesa
porta avanti un progetto volto a risollevare tale angoscia”. Per far fronte a questa
drammatica situazione, mons. Gonsalves ha lanciato un appello a tutti i fedeli affinché
continuino quella “lunga tradizione di generosità” che li ha sempre contraddistinti.
11mila vittime di calamità naturali aiutate dalla diocesi negli ultimi
otto anni
La diocesi di Amravati — riferisce l'agenzia AsiaNews — ha creato un’agenzia, la “Jeevan
Vikas Sansthan and Manav Shakti Sanstha”, che si occupa di alleviare le sofferenze
dei contadini cercando di prevenirne i gesti estremi. “Nel 2011 — ha ricordato il
vescovo — i numeri ufficiali parlavano di 4.427 agricoltori sommersi dai debiti che
si sono tolti la vita nell’arco di dieci anni. Ma gli attivisti sostengono che la
realtà sia ben peggiore e che il numero dei suicidi sia addirittura il triplo”. Negli
ultimi otto anni, l’opera della Chiesa ha soccorso undicimila vittime di calamità
naturali, oltre tremila contadini indebitati e più di millecinquecento malati di aids.
Tutto questo nonostante il numero dei cattolici sia esiguo; nel territorio infatti
risiedono solo settemila fedeli, su una popolazione di undici milioni di abitanti.
I cattolici rappresentano appena lo 0,01% degli abitanti.
Mostrare in modo tangibile la misericordia
Ricordando il Giubileo della misericordia indetto da Papa Francesco, mons. Gonsalves
ha invitato tutti a “riscoprire la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia
spirituali e corporali. È bene — ha concluso il presule — che coloro che sperimentano
Dio, ricco di misericordia e compassione, mostrino in modo tangibile questa misericordia
a quelli che sono vittime delle “strutture del peccato” che impediscono alle persone
svantaggiate l’accesso alle risorse, donate in modo così generoso dal Creatore”. (L.Z.)
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