Il mondo non ignori il dramma della Siria: questo il drammatico appello lanciato da don Luciano Buratti, salesiano, che opera ad Aleppo. Dopo cinque anni di guerra civile, infatti, in Siria le vittime sono innumerevoli. “Tutto è confusione, la morte è ovunque”, spiega il sacerdote all’agenzia salesiana Ans. Ad Aleppo, in particolare, si combatte costantemente da tre anni: “Ogni notte cadono bombe – racconta don Buratti - ed ogni volta qualcuno perde un familiare o una persona cara”.
Sacerdoti continuano loro missione, tra mille difficoltà
Ma nonostante le difficoltà, i sacerdoti della Famiglia
fondata da don Bosco portano avanti la loro missione. “La nostra comunità - spiega
don Luciano - ha scelto di continuare comunque le sue attività”. Cerchiamo di offrire
alle famiglie un luogo in cui si possano respirare, anche in mezzo al caos, la stabilità
e l’armonia. Per questo, le attività della parrocchia e dell’oratorio seguono il loro
normale corso, come facevamo prima dei combattimenti, ma le strutture che operano
ancora con una certa normalità sono ormai poche”.
La difficile condizione dei cristiani
Quindi, don Buratti si sofferma sulla condizione dei
cristiani, particolarmente difficile: chi aveva i mezzi per lasciare il Paese – spiega
– ormai lo ha fatto; qualcuno ha cercato rifugio nelle città più sicure, ma molte
persone, che non hanno disponibilità economiche, rimangono ad Aleppo. Intanto, “è
aumentato il flusso di coloro che arrivano nella nostra parrocchia chiedendo aiuto,
cercando Dio e un po’ di conforto – prosegue il salesiano – e sono circa 200 le famiglie
della nostra comunità parrocchiale che hanno perso tutto” e che ora cercano di sopravvivere.
L’opera salesiana in Siria
Da ricordare che in Siria i salesiani animano due
opere: quella di Aleppo, dedicata a San Giorgio, e quella di Kafroun, dedicata a Don
Bosco. Entrambe le strutture sono dotate di un oratorio, una casa di accoglienza e
una parrocchia, sempre al servizio dei più bisognosi. (I.P.)
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