2016-02-20 17:30:00

Ambulatorio di strada per i poveri di Roma: crescono le richieste


A Roma aumentano le richieste di assistenza sanitaria gratuita, perché aumentano i poveri. E' l'esperienza dell'ambulatorio di strada dedicato a San Francesco, inaugurato nel dicembre scorso. L'iniziativa è dell'associazione Medicina Solidale, impegnata a dare assistenza a senza fissa dimora, immigrati e sempre di più a romani poveri. Del progetto, nato anche grazie all'aiuto dell’Elemosineria Apostolica, parla al microfono di Francesca Di Folco la dott.ssa Lucia Ercoli di Medicina Solidale:

R. – Il progetto è un’estensione dell’esistente che opera a Roma attraverso “Medicina solidale” da 12 anni, per promuovere la realizzazione di ambulatori di strada, dedicati alla povertà sanitaria che ormai in Italia registra quasi due milioni di persone. E questo è un’ulteriore tentativo, considerando l’incremento delle persone che vivono in strada, soprattutto nell’area del centro della città.

D. – Quali servizi sono garantiti dalla struttura?

R. – Un servizio quotidiano di ambulatorio infermieristico, un servizio medico che si sviluppa il sabato mattina dalle 9 alle 12 e include anche la distribuzione di farmaci; e uno sportello di orientamento psicologico due pomeriggi al mese. Questo per iniziare e per studiare il problema di salute del territorio. Nei primi mesi faremo una valutazione per poi articolare una risposta più adeguata alla domanda di salute.

D. – Qual è il target a cui l’ambulatorio offre i propri servizi?

R. – E’ rivolto a tutte le persone che non riescono più a curarsi, che incominciano a essere veramente tante nel nostro Paese. Noi pensiamo, naturalmente, in particolare alle persone che vivono in condizione di maggiore emarginazione e fragilità sociale, quindi ai senza fissa dimora, ai bambini, alle donne con gravidanza in condizione di fragilità … La povertà che ormai è diventata miseria per migliaia di persone, in Italia.

D. – Quali le patologie che non vi sareste aspettati di curare, dovute alla crisi economica, alla povertà o anche alle migrazioni?

R. – Il dolore allo stomaco da fame, la malnutrizione infantile.

D. – Chiaramente, l’ambulatorio nasce per sopperire a carenze sanitarie …

R. – … a quelle carenze sanitarie che ormai sono davanti agli occhi di tutti. Forse sarebbe bene che a livello istituzionale, soprattutto da parte della Regione Lazio, ci fosse un ripensamento sul profilo degli ospedali come aziende e non più come luoghi di cura. La salute non può diventare un’occasione di profitto. E’ proprio un modo di pensare alla sanità, un modo di pensare alla salute che non è soltanto patologia d’organo, ma è qualche cosa che coinvolge la persona e la sfera delle sue relazioni. La malattia è molto più che una patologia d’organo: iscritta nella povertà, diventa un’esperienza veramente drammatica che esclude le persone da qualsiasi diritto sancito dalla nostra Costituzione.








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