2016-02-19 13:49:00

Usa-Corea del Nord. Obama firma nuove sanzioni economiche


Ricevono il plauso di Seul le nuove sanzioni contro la Corea del Nord firmate ieri dal presidente degli Stati Uniti Obama in risposta “alle provocazioni di Pyongyang”, cioè gli ultimi test nucleari e il lancio di un missile. Cosa prevedono queste sanzioni e chi colpiranno? Roberta Barbi lo ha chiesto al prof. Carlo Filippini, esperto dell’Asia Orientale per l’Università Bocconi di Milano:

R. – Queste sanzioni puniscono chiunque - individui o società e soprattutto, naturalmente, banche – abbia relazioni di affari, relazioni commerciali o finanziarie con, appunto, enti della Corea del Nord. In più alcune sanzioni riguardano esplicitamente alcune persone - i governanti della Corea del Nord - per le quali è proibito entrare in altri Paesi. Le ultimissime sanzioni dovrebbero prevedere – anche se non è ancora chiarissimo esattamente quali siano i punti specifici delle sanzioni – la condanna e più esattamente la messa sulla “lista nera” delle imprese, anche straniere, che lavorano con imprese nordcoreane o con il governo nordcoreano.

D. – Il testo menziona anche società che hanno rapporti commerciali con queste entità nordcoreane, incluse alcune imprese cinesi. Questo che cosa significherà per la Cina, già alle prese con un importante crisi economica, che aveva iniziato a prendere le distanze - almeno politicamente - dalla Corea del Nord?

R. – Dal punto di vista economico, penso che per la Cina queste sanzioni siano relativamente minori perché in teoria potrebbero - le imprese cinesi - interrompere i rapporti con quelle nordcoreane, o farli attraverso degli intermediari. Se la Cina volesse davvero sanzionare e colpire l’economia della Corea del Nord, i risultati negativi sarebbero minimi. Il problema è che la Cina naturalmente non vuole fare questo, perché significherebbe quasi “abdicare” di fronte agli Stati Uniti. Il problema si porrà quando eventualmente alcune imprese cinesi verranno messe dagli Stati Uniti nella "lista nera". Se la Cina volesse interrompere tutte le relazioni commerciali con la Corea del Nord, il regime della Corea del Nord avrebbe un collasso e svanirebbe. Questo, però, è chiaro che avrebbe conseguenze molto negative: probabilmente milioni e milioni di nordcoreani si riverserebbero immediatamente o nella Corea del Sud o addirittura anche in Cina.

D. – Intanto gli Usa stanno mostrando i muscoli: gli F-22 arrivati nei giorni scorsi in Corea del Sud sono in grado di raggiungere Pyongyang, in caso di necessità, in soli 7 minuti…

R – Questi F-22, che sono arrivati e che hanno fatto un sorvolo a bassa quota, fanno parte delle "manovre di marzo": ogni anno, a marzo, ci sono manovre militari congiunte fra Stati Uniti e Corea del Sud. La Corea del Nord le ritiene - ed è sempre stata molto forte nel condannare queste manovre – una prova per invadere la stessa Corea del Nord. Del resto la Corea del Nord fa sempre esercitazioni e l’apparato militare della Corea del Nord è sempre – in teoria – molto in allerta. È un gesto più dimostrativo, per dire ai sudcoreani che gli Stati Uniti sono al loro fianco.

D. – L’annuncio di Obama che visiterà il Vietnam a maggio, dopo che l’anno scorso i due Paesi hanno festeggiato il ventennale dalla ripresa delle relazioni diplomatiche, come incide sugli equilibri del Sudest asiatico?

R. – Fa parte di questo spostamento dell’attenzione degli Stati Uniti verso l’Asia. La Cina sta militarizzando alcune isole in quello che è il Mar Cinese Meridionale, che è una zona contesta praticamente da tutti gli Stati che confinano con il mare. Gli Stati Uniti sono molto preoccupati di questo, perché significherebbe che la Cina avrebbe basi navali a 1.000-1.500 chilometri dalle sue coste e potrebbe effettivamente interdire la navigazione a chiunque, a qualsiasi nave civile o militare. È abbastanza curioso che, dopo aver combattuto una guerra feroce con l’uso di armi chimiche, il Vietnam si rivolga ora agli Stati Uniti per controbilanciare, appunto, l’espansionismo cinese del Sudest asiatico.








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