2016-02-19 13:20:00

Unioni civili. Gandolfini: parole del Papa strumentalizzate


Prosegue in Italia il dibattito sulle unioni civili, in attesa della ripresa dell’esame del ddl in Senato mercoledì prossimo. Il nodo resta il tema delle adozioni: il premier, alla ricerca di un’intesa nella maggioranza, potrebbe all’assemblea nazionale del partito di domenica presentare una proposta risolutiva, forse uno spacchettamento del testo. Intanto, nel dibattito entrano anche le parole del Papa di ritorno dal Messico.” Non mi immischio”, è quanto rilancia la maggior parte dei mass media, tralasciando il riferimento del Papa al voto “secondo coscienza ben formata”. Ancora una volta “si strumentalizza il Papa”, commenta Massimo Gandolfini, promotore del Family Day, al microfono di Gabriella Ceraso:

R. – Questa frase, “il Papa non si immischia”, è stata subito strumentalizzata dicendo che il Papa ha dichiarato una libertà di coscienza assoluta facendo intendere che quindi la libertà di coscienza è quella sorta di foro interno nel quale ognuno può formularsi la regola che vuole. Ma il Papa non ha parlato così! Il Papa ha parlato di una “coscienza ben formata”. E quando si parla di coscienza ben formata la Chiesa intende la coscienza di una persona che, cresciuta in una realtà storica, in un ambiente storico ben preciso, ha elaborato tutti gli strumenti che gli consentono di discernere qualcosa che può essere utile alla costruzione del bene comune da qualcosa che invece può essere malvagio e quindi di scegliere secondo questa o retta o ben formata coscienza.

D. – Come stati vivendo questi sette giorni di ripresa di dibattito con proposte e smentite continue sul ddl?

R. – Sembra quasi che sia in corso lo “spacchettamento”, non tanto dei principi o delle regole di questa legge, quanto invece delle persone che li devono votare. Mentre si dovrebbe entrare in maniera anche molto laica ma molto rigorosa nei singoli provvedimenti e ci si accorgerebbe che nel Codice civile italiano sono già scritte tutte le regole di mutuo soccorso che potrebbero normare una relazione affettiva tra due persone di pari sesso, mentre con il disegno di legge Cirinnà, viene negato il fondamentale di tutti i diritti, come dice l’Art. 29 della Costituzione: “I bambini hanno il diritto di aver un padre ed una madre”.

D. – Domenica, Renzi potrebbe proporre uno stralcio della quesitone adozioni. Che scelta sarebbe?

R. – Sia ben chiaro che questa è una trappola, perché se si cancella l’Art. 5 del disegno di legge Cirinnà, ma rimangono in piedi ad esempio l’Art. 2 e l’Art. 3 che di fatto descrivono un’unione civile come un simil-matrimonio, basteranno cinque minuti a un tribunale periferico o alla Corte europea dei diritti dell’uomo per dire: “Ma se l’unione civile è equiparata al matrimonio non può essere discriminata rispetto a esso per quanto riguarda l’adozione dei bambini”. Quindi, per via giurisprudenziale entrerà dalla finestra quello che avevamo tentato di cacciare dalla porta. Se non si compone una chiara, lucida, differenza tra l’unione civile, la convivenza di persone di pari sesso e il matrimonio come convivenza legata su diritti e doveri che fanno riferimento all’Art. 29 della Costituzione, ogni sforzo di cercare di fare qualche maquillage verrà subito vanificato da qualche corte territoriale o addirittura dall’Europa. È per questo che la nostra opposizione non è soltanto all’Art. 5. Di fatto, si costruisce un’entità giuridica che ha tutte le caratteristiche del matrimonio, soltanto che per pacificare le coscienze delle italiani si dirà: “Non si userà mai la parola matrimonio”. Ma nella sostanza sarà un matrimonio.








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