2016-02-18 13:05:00

Uganda al voto: favorito Museveni, dopo 30 anni al potere


Uganda al voto per il primo turno delle presidenziali. Dopo 30 anni al potere, Yoweri Museveni è in lizza per il quinto mandato. Dal 1986, la sua politica di liberalizzazione economica ha portato una crescita del Pil del 7% medio annuo tra il 1990 e il 2000, rallentata negli anni di crisi globale ma solo fino al 4,8% nel 2014. Non c’è stato però il giusto impatto sul lavoro e resta un tasso di disoccupazione di oltre il 60% tra la popolazione giovane. Si parla di risorse petrolifere non ancora sfruttate. Nell’intervista di Fausta Speranza, il parere dell’africanista Angelo Turco, presidente della Fondazione Università IULM:

R. – Negli ultimi anni, il tasso di sviluppo ugandese si è tenuto intorno al 5% di media: è un tasso che, visto dall’Europa, è consistente ma di fatto non ha prodotto un miglioramento né delle condizioni di vita della popolazione né, soprattutto, ha creato impieghi per la enorme popolazione giovanile.

D. – Che dire delle risorse petrolifere che ci sono nel Paese?

R. – Le riserve petrolifere rappresentano una grande promessa, una grande speranza e, al tempo stesso, un grande incubo. L’Uganda è un Paese nel quale la corruzione rappresenta un fattore preoccupante che rischia di limitare lo sviluppo economico e anche di inquinare le relazioni sociali. E, quindi, si teme che il vero sviluppo della economia degli idrocarburi, dell’economia petrolifera, possa accrescere il circolo vizioso della concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi attori per il tramite della corruzione. E’ vero però che ci sono grandi prospettive in questa direzione. Anche se dobbiamo tenere presente che in questo momento il barile di petrolio a 30 dollari rende critico, a livello globale, tutto il settore.

D. – Museveni, 30 anni al potere, con tante contraddizioni: da una parte, violazione dei diritti umani, dall’altra, l’impegno di "peacekeeping" in diversi paesi dell’Africa…

R. – Davvero una "imbalsamazione" del Paese. Museveni ha giocato molto la carta della continuità del potere come garante della pace, della stabilità e presentando quindi ogni cambiamento come un rischio dell’ignoto che il Paese non si poteva permettere. Ed è soprattutto su questa base che il presidente uscente si garantisce una possibilità di confermare il quinto mandato che, se non è così alta come dicono i sondaggi poco credibili dei media governativi, è però concreta, tanto più che le opposizioni non hanno saputo sviluppare una strategia elettorale di unità e quindi sono arrivate divise al primo turno, con altissima probabilità di far passare Museveni addirittura al primo turno, senza potere combattere una battaglia unitaria al secondo turno.








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