Ultima tappa del viaggio del Papa in Messico è stata la Messa a Ciudad Juarez, a soli 80 metri dal confine con gli Usa dove sorge la rete anti-immigrati, davanti a centinaia di migliaia di persone. “Mai più morte e sfruttamento!”: è stato l'accorato appello lanciato dal Papa all'omelia, col pensiero rivolto ai tanti che cercano una nuova speranza al di là della frontiera e diventano invece "carne da macello”. Il servizio di Massimiliano Menichetti:
Fedeli alla Messa del Papa al di là della rete,
negli Usa
Il Messico e gli Stati Uniti per alcune ore sono diventati
una cosa sola. Il Papa nell’ultimo giorno del suo viaggio apostolico ha celebrato
la Messa a Ciudad Juarez una delle città più violente del mondo, dove la tratta di
esseri umani si lega al narcotraffico, dove migliaia di persone muoiono nel tentativo
di attraversare il confine per entrare negli Stati Uniti, ad El Paso: tanti ce la
fanno. E molti erano lì, dietro la rete, anche vescovi statunitensi, ad 80 metri dal
piccolo palco verde su sfondo bianco su cui il Papa ha celebrato la speranza e la
vittoria della vita sulla morte.
L'accoglienza calorosa e la preghiera alla grande Croce
Francesco è stato accolto dalla gioia della gente
che lo ha accompagnato per tutto questo viaggio in terra messicana. I colori papali
risaltavano tra la sabbia, gli arbusti e la roccia che disegnano questa città sul
confine del fiume Rio Grande che qui si riduce ad un canale tra due argini di cemento.
Poco prima della Messa, Francesco è andato verso la grande Croce di legno posta sul
confine e ha pregato in silenzio: lì ci sono anche le scarpe dei migranti a simboleggiare
i tanti morti nel tentativo di passare la frontiera, ha salutato benedetto migliaia
di fedeli: i muri e le reti si sono dissolti nell’amore di Cristo per l’uomo:
Mai più morte e sfruttamento
“Mai più morte e sfruttamento! C’è sempre tempo per
cambiare, c’è sempre una via d’uscita e un’opportunità, c’è sempre tempo per implorare
la misericordia del Padre”.
Il Papa ha chiesto a Dio “il dono della conversione, un “cuore aperto”, il “dono delle lacrime per poter vedere:
“Sono le lacrime che possono aprire la strada alla trasformazione; sono le lacrime che possono ammorbidire il cuore, sono le lacrime che possono purificare lo sguardo e aiutare a vedere la spirale di peccato in cui molte volte si sta immersi”.
Vuoti legali che schiacciano sempre i più poveri
Ha guardato
al dramma delle migrazioni a causa delle crisi umanitarie e a chi cerca speranza viaggiando
anche a piedi “attraversando centinaia di chilometri per montagne, deserti, strade
inospitali”, poi ha parlato dei “vuoti legali”, della droga, dello sfruttamento e
della “rete” - ha detto - che “si tende” approfittando di bisogno, debolezza e “cattura
e distrugge sempre i più poveri”:
Carne da macello
“Ingiustizia che si radicalizza nei giovani: loro, come carne da macello, sono perseguitati e minacciati quando
tentano di uscire dalla spirale della violenza e dall’inferno delle droghe”.
“E che dire delle tante donne - ha aggiunto - alle quali è stata strappata ingiustamente la vita”. Il Papa ha toccato il cuore dei fedeli e le lacrime solcavano il volto di molti, ha parlato dell’umanità schiacciata in questa città e spesso in ogni luogo di confine:
“Un passaggio, un cammino carico di terribili ingiustizie: schiavizzati, sequestrati, soggetti ad estorsione, molti nostri fratelli sono oggetto di commercio del transito umano”.
Conversione e misericordia, vie di salvezza
In questo anno giubilare ha indicato la via della
“conversione” della “salvezza” della “misericordia” per uscire da questa “spirale
di morte”. Ha lodato il lavoro “di tante organizzazioni della società civile in favore
dei diritti dei migranti” in cui sono impegnati molti religiosi, religiose, sacerdoti
e laici. Persone ha detto che difendono la “vita” “rischiando molte volte la propria”:
“Con la loro vita sono profeti di misericordia, sono il cuore comprensivo e i piedi accompagnatori della Chiesa che apre le sue braccia e sostiene”.
Giovani, speranza per il Messico
Nel saluto finale il Papa ha parlato del “valore dei
giovani” che sono “la speranza di questo popolo”, evidenziando che "la notte ci può
sembrare enorme e molto oscura”, ma che “esistono tante luci che annunciano la speranza”.
Nessun muro può impedire l'amore di Dio
Poi rivolgendosi a tutti prima dell’affidamento alla
Vergine di Guadalupe - mentre decine di palloncini
bianchi e gialli salivano in cielo, quasi simbolicamente, dal confine messicano a
quello statunitense - riferendosi anche alle nuove tecnologie, ha sottolineato:
“Possiamo pregare, cantare e festeggiare insieme l'amore misericordioso che Dio ci dona, e che nessun confine potrà impedirci di condividere”.
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