2016-02-17 13:39:00

Contrastare le Agromafie, business da oltre 16 miliardi di Euro


“Sulle agromafie c’è un'attenzione che dobbiamo mantenere sempre molto alta, rivendico però il lavoro che il Paese ha fatto su questo fronte: 240 mila controlli in due anni ed è stata messa in campo un'attività complessa, per capire come si muove questo fenomeno”. Così, il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, ha commentato il quarto "Rapporto sui crimini agroalimentari" in Italia, presentato questa mattina a Roma. La ricerca è stata elaborata da Eurispes, Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare. Il servizio è di Marina Tomarro.

Nel 2015 il business delle Agromafie ha superato i 16 miliardi di euro. E’ questo il primo dato che emerge dal quarto "Rapporto sui crimini agroalimentari" in Italia. E tante le conseguenze che si legano a questo reato, dal porto illegale di armi da fuoco, il riciclaggio, ma anche furti di attrezzature e  mezzi agricoli, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni. Senza dimenticare poi una lievitazione dei prezzi fino a quattro volte nella filiera che va dal produttore al consumatore, frutto delle tante speculazione della malavita nelle attività di intermediazione e trasporto. Ascoltiamo il commento di Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti e tra i redattori del rapporto:

R. – Dal Rapporto emerge una situazione preoccupante, per altri versi è comunque confortante, nel senso che noi vediamo questa attenzione che il fenomeno agromafie ha portato nel settore agricolo e anche proprio nel settore agroalimentare: ad esempio, l’attenzione nella ristorazione, agli investimenti che sono stati fatti proprio in questo settore; e il fatto che ci sia un valore, un business che venga a superare i 16 miliardi di Euro, è sicuramente un fatto molto preoccupante. Però, le positività ci sono e sono date dal forte contrasto che le autorità stanno opponendo nel Paese che sicuramente ha gli anticorpi per poter riuscire a vincere questa battaglia, viste anche le forze dispiegate e le quantità dei controlli che vengono a essere effettuati.

Il fenomeno delle agromafie vede la sua maggiore presenza soprattutto nel Mezzogiorno in particolare in Sicilia, Calabria, Puglia, e Campania, ma interessa anche il Centro Italia, in regioni come l’Abruzzo e l’Umbria e al Nord in particolare in Piemonte e nell’Alto Lombardo. Inoltre, nel 2015, sono state oltre mille le strutture operanti nell’agroalimentare chiuse dai Nas. Tra i settori più colpiti, la ristorazione, la carne, il pane e la pasta. E la contraffazione di prodotti alimentari italiani all’estero, spesso va a rovinare l’immagine dell’eccellenza italiana a tavola. Ascoltiamo ancora Lorenzo Bazzana:

R. – Questa è la preoccupazione: perché le agromafie alimentano anche quel circuito di prodotti falsamente italiani o italiani ma non di elevata qualità, che possono – appunto – danneggiare l’immagine del nostro ‘made in Italy’ agroalimentare. E’ chiaro che anche il fatto che ci sia un rinnovato ricorso da parte degli italiani all’acquisto – ad esempio – attraverso Internet di prodotto alimentari, rischia di mettere, se questi non sono canali controllati, nelle mani dei consumatori prodotti che sono falsamente di qualità o sono falsamente di eccellenza italiana.

D. – Cosa dovrebbe fare maggiormente il governo, per tutelare da una parte i consumatori ma dall’altra anche i produttori?

R. – Sicuramente, investire ancora di più sui controlli e sull’attività di contrasto. Noi vediamo che ci sono fenomeni, come ad esempio quello delle infiltrazioni mafiose anche in territori normalmente non così normalmente considerati come suscettibili a questo tipo di fenomeno, che ci fanno capire che la forza dev’essere ancora più forte, ancora più convinta in modo da dissuadere i soggetti che si vogliono infiltrare in questa attività economica e allontanarli per evitare che questo possa accadere.








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