2016-02-15 20:19:00

Pensioni di reversibilità: ipotesi ddl. Poletti: nessun taglio


In Italia si accende il dibattito sulle pensioni di reversibilità, cioè quelle che spettano ai superstiti del nucleo familiare alla morte del titolare e che secondo alcune fonti di stampa il governo si prepara a tagliare con un disegno di legge delega .”Inaccettabile e paradossale” dicono le opposizioni e i sindacati chiedono di essere convocati. Ma il  ministro del Lavoro Poletti risponde assicurando solo correzioni e nessuna modifica sui trattamenti in essere. Ma cosa prevede effettivamente il testo? Al microfono di Gabriella Ceraso risponde il Segretario generale della Cgil pensionati Ivan Pedretti:

R. – Prevede un intervento sulla reversibilità, con una cifra vicina a circa 3, 05 miliardi. La cosa che a noi non va bene è quella di trasferire delle risorse che sono previdenziali ai fini sociali. Noi siamo d’accordo che vi sia un fondo per la povertà, però non si fa da poveri a poveri. Se il governo dice che quel testo lì non c’è più o viene modificato, a noi va bene… Per cui siamo disponibili a discutere e a confrontarci su come ricercare le risorse per implementare il fondo per la povertà. Vorremmo evitare però che le risorse vengano usate dalla Previdenza per fare assistenza. E, poi, magari dire che l’Inps non ce la fa a pagare le pensioni. Questo non va bene.

D. – Cosa vuol dire il ministro quando dice:“Ci proponiamo solo di superare sovrapposizioni e situazioni anomale”?

R. – Io non lo so cosa voglia dire il ministro… Chiederemo un incontro unitariamente, sia come pensionati che come confederazioni: ce lo dirà lì. Se il problema è razionalizzare le risorse che riguardano l’erogazione delle prestazioni sociali dell’assistenza in raccordo al fondo della povertà, siamo disponibili a discuterne; se, invece, si pensa – come io ho letto sulla proposta di legge – di usare le risorse per la reversibilità ai fini di prestazioni sociali, non va bene.

D. – Quindi perdere o vedere ridimensionato un diritto: questo aspetta le persone?

R. – Certamente! Perché il diritto della reversibilità, soprattutto per il futuro, perché non parliamo delle pensioni in essere, significa in qualche modo che – essendo contributivo il futuro della pensione dei lavoratori –significa che io metto via delle risorse per pagarmi la pensione e poi ad un certo punto quelle risorse lì, quelle risorse che io ho messo via, una volta che io sono deceduto,  capitalizzazione come è oggi, mi vengono tolte per destinarle ad altro.

D. – Quali saranno i soggetti interessati: c’è una distinzione?

R. – Il testo che ho letto io è molto generico. Io credo che la Commissione, prima di procedere, debba sentire tutte le parti, comprese le parti sociali, per capire cosa significhi, cosa bisogna correggere e dove bisogna andare a prendere le risorse. Per cui siamo disponibili a confrontarci.

D. – Il tutto rientrerebbe in un progetto di contrasto alla povertà. Lei stesso lo ha citato…

R. – Certo! Noi siamo d’accordo. Abbiamo chiesto la cosa e abbiamo anche giudicato positivamente il fatto che il governo oggi ci mette nella Legge di Stabilità 600 milioni e un altro miliardo circa nell’anno prossimo. Sappiamo che non bastano, che bisogna ricercare altre risorse… Insieme si ricerchino dove le risorse ci sono: quindi nelle fasce più alte di reddito; nell’evasione fiscale, che non viene combattuta sufficientemente…

D. – Può esistere nell’ambito delle pensioni di reversibilità, una casistica di sprechi?

R. – Ci potrebbero essere, ma a quel punto si affrontano quelle cose! Non si fa una misura generalizzata. Cerchiamo soluzioni, ovviamente evitando di danneggiare in futuro soprattutto le donne, che in futuro, avendo poi i redditi più bassi vengano ulteriormente penalizzate.

D. – Perché in particolare è la pensione delle vedove che sarebbe a rischio?

R. – Certo, certo!








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