2016-02-15 20:14:00

I giovani messicani: da Papa Francesco uno stimolo a svegliarsi


Oggi si svolge uno dei momenti importanti del viaggio del Papa in Messico: l’incontro con i giovani a Morelia, nello Stato di Michoacán. Ma chi sono i giovani del Messico? Christopher Jimez Estrada è un giovane politologo di 30 anni, collabora con diversi giornali diocesani ed è membro della rete di comunicatori cattolici. Alessandro Guarasci lo ha intervistato:

R. – Mai nella storia del Messico ci sono stati tanti giovani: sono più di 36 milioni! E naturalmente si tratta di un gruppo che soffre in modo particolare il dolore di vedere il suo futuro oscurato da questa situazione attuale, particolarmente difficile per la nostra Nazione, colpita dalla violenza, dalla povertà, dalla corruzione. Fortunatamente, i giovani si stanno svegliando: ogni giorno sono di più quelli che non cadono nella trappola del denaro facile del narcotraffico o della felicità immediata del consumismo. Sempre più giovani sono determinati a incontrare ciò che trascende, stanno ritornando ai valori, agli impegni, alla vita spirituale. Sempre più giovani stanno prendendo il loro posto nelle trincee del lavoro umanitario, della società civile, della difesa dei diritti umani. Stanno assumendo il compito di intraprendere iniziative economiche per creare posti di lavoro e si stanno aprendo ad attività che promuovono la pace e la solidarietà. La Chiesa in Messico è nota per il suo ampio lavoro nel sociale e sono molti i giovani coinvolti nelle sue iniziative. Il nostro Paese e la nostra Chiesa in Messico hanno un tesoro tra le mani: io direi che è un tesoro che deve fare la differenza, un tesoro che però dobbiamo anche aiutare a fruttificare.

D. – Vi sentite ascoltati?

R. – Sì, sempre di più. Anche se è difficile dare una risposta come giovani ai tanti problemi che abbiamo davanti, nella realtà messicana; ma penso che ogni giorno di più i giovani conquistano spazi importanti in Messico, in questo orizzonte di problemi …

D. – In questo contesto, la politica messicana è unita nel perseguire una maggiore giustizia sociale?

R. – Ci vuole più che una buona volontà politica perché è necessario un particolare tipo di politici: quasi –direi – eroi, radicali, con il rischio del martirio, che non abbiano paura di essere coerenti. Perciò, è evidente che il lavoro per una maggiore giustizia sociale è un compito che non è finito ed è un compito che non possiamo lasciare soltanto ai nostri rappresentanti. Da qui, la necessità che l’impegno sociale dei cristiani sia un compito urgente da rafforzare e da promuovere. Tanti giovani, oggi, sono preparati a ricevere nel cuore il messaggio del Vicario di Cristo, non soltanto un messaggio di consolazione, ma anche un incoraggiamento per aiutarci a restare in piedi.








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