2016-02-15 14:13:00

Burundi: escalation di violenza a Bujumbura, vittime


Escalation di violenza in Burundi: è di almeno 5 morti - tra cui un bambino - e una ventina di feriti il bilancio della nuova ondata di attacchi avvenuti nella notte a Bujumbura, la capitale, dove sono stati avvertiti scoppi e lanci di granate. Per il racconto di una situazione in rapida evoluzione, Roberta Barbi ha raggiunto telefonicamente a Bujumbura il giornalista Daniele Bellocchio, che si trovava nei pressi di uno dei luoghi in cui sono avvenuti gli attacchi:

R. – La situazione qui nel Paese è molto complessa, perché all’apparenza è molto tranquilla: quello che si vede in superficie è una città che funziona, una città poco caotica e anche abbastanza ordinata. Questo quindi stupisce anche molto, anzi è un fattore abbastanza inquietante. Nel sottobosco, in realtà, sembra si stia muovendo, che sia nata, una forte repressione da parte del governo, e poi ci sono anche questi tentativi di destabilizzazione. Il lancio di granate, gli spari notturni stanno avvenendo con parecchia frequenza.

D. – Tra gli obiettivi un albergo, un mercato, la Guardia presidenziale: chi c’è dietro questi attacchi?

R. – Questo è un fattore che non si capisce. Oggi a Bujumbura c’è estrema paura: la gente non si fida di mostrarsi in pubblico, di parlare liberamente, vige un clima di sospetto. Quindi chi ci sia dietro questi attacchi realmente non si sa. Nei giorni scorsi un comunicato della “Red Tabara”, un gruppo di opposizione armata presente in città molto nascosto, clandestino – aveva negato in ogni modo di aver lanciato delle bombe contro i civili. Oggi, dopo gli attacchi che ci sono stati, il governo ha detto di attaccare i terroristi. Quindi c’è anche un rimbalzarsi la palla, un gioco di accuse reciproche tra opposizione e governo su chi sia il mandante di queste stragi. Quello che si suppone, è una delle voci più ricorrenti in città, è che questa in atto in questo momento in Burundi è la “strategia della tensione”, una “strategia del terrore”. Giovedì, venerdì o sabato sono attesi dei mediatori dell’Unione Africana, e quindi questo gioco cruento, crudele, atroce, di provocare delle stragi tra i civili può far attirare maggiormente l’attenzione. Da un lato, potrebbe dimostrare come il governo sia efficace nel reprimere le azioni di terrorismo; dall’altro lato potrebbe, invece, dimostrare come il Paese stia sempre più cadendo in un vortice di violenza, e quindi far sì che possa esserci un intervento di un contingente internazionale.

D. – A fine mese ci sarà anche la visita di Ban-Ki-moon…

R. – Anche di questo si parla molto nella capitale: voci dicono che questa può essere l’ultima possibilità per un’apertura ed un dialogo; allo stesso tempo, l’intenzione comune è che la visita di Ban-Ki-moon non cambierà nulla. Dall’altra ci sono delle minacce di una possibile escalation di violenza. Ma allo stesso tempo, analisti e persone della stampa locale che vogliono rimanere nell’anonimato, dicono però che l’opposizione in questo momento è estremamente debole, e che non esiste un reale gruppo armato in grado di poter dar vita anche ad una forma di guerriglia. E quindi anche questa possibilità estrema viene presa poco in considerazione. Teniamo presente che è molto utile in questo momento il fatto che le campagne siano isolate: così questo clima di terrore, di tensione, di rappresaglia, è vissuto da una fetta marginale della popolazione. Forse il nervo scoperto, che potrebbe permettere un cambiamento delle cose, da molti in città viene visto nella situazione economica. Il clima che si respira in città è abbastanza di psicosi e di paranoia: un clima di sospetto, paura di infiltrati, di delazioni… Si parla tanto di sparizioni, di luoghi dell’orrore in cui vengono fatte torture, ma allo stesso tempo non si sa bene dove potrà "andare a parare" il Paese. Un appoggio dagli altri Stati africani sembra introvabile per l’opposizione, perché ricordiamoci bene che questa violazione della Costituzione la stanno mettendo in pratica tutti i Paesi confinanti: quindi, anche se sulla carta quelli che possono sembrare i nemici di ‘Nkurunziza potrebbero opporsi, in realtà una loro opposizione a questa violazione della Costituzione risulterebbe molto ipocrita, dal momento che sono loro i primi ad attuarla. 








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