2016-02-13 13:00:00

Card. Sistach: Stato laico non escluda la religione


Una riflessione attenta sul tema della laicità e sui rapporti tra religione e Stato. E’ questo il filo conduttore del volume “Stato laico e società multi-religiosa” scritto dal cardinale Lluìs Martìnez Sistach, arcivescovo emerito di Barcellona ed edito dalla Libreria Editrice Vaticana, presentato ieri nella Sala Marconi della nostra emittente. Ascoltiamo l’autore al microfono di Marina Tomarro:

R. – Uno Stato laico è democratico, aperto e positivo; ma la società è anche religiosa e sono le persone che fanno la società: le persone sono credenti e non credenti, vivono nella società e nella convivenza sociale: devono vivere tutto e quindi anche la fede che hanno. Allora la società deve includere tutte queste cose: non può quindi essere laica nel senso di togliere tutta la presenza religiosa, così come il ruolo pubblico della religione nella società.

D. – Il dibattito è molto attuale: in Spagna, come in Italia e in altri Paesi europei. Perché è così fondamentale parlarne?

R. – Perché la religione fa bene alle persone! La persona ha una dimensione trascendente e senza Dio la vita non ha senso. Tutte le religioni buone fanno cose buone per le persone e aiutano anche molto per il bene comune della società. Che sarebbe – ad esempio – di una città come Roma, come Barcellona senza la presenza delle parrocchie, dei cattolici, delle congregazioni religiose che operano nel campo della spiritualità, nel campo dell’insegnamento, nell’assistenza agli anziani o nel campo della salute, nel campo della povertà e dell’emarginazione? Certamente noi cattolici – soprattutto in Occidente – abbiamo una presenza molto forte e proprio per questo credo sia importante vedere questo aspetto positivo della religione.

D. – Lei parla di una società multireligiosa. In che modo andare incontro l’uno all’altro?

R.  – Una società multireligiosa nel senso che ci sono persone che hanno diverse religioni, che hanno una posizione pubblica: nella società abitano insieme persone che professano diverse religioni e quindi è necessario avere un dialogo interreligioso. Il Papa lo dice e lo chiede molto. Sono tante le cose su cui possiamo lavorare per il bene della società: penso, in questo momento, anche all’ecologia. Il Papa, nell’Enciclica Laudato si’ ci ha indicato come le persone delle diverse religioni, insieme, possano lavorare affinché tutti i problemi ecologici trovino una soluzione, soprattutto oggi che rappresenta un problema gravissimo anzitutto nelle grandi città.

Tra le pagine del volume viene ripercorsa la storia dei rapporti tra Stato e Chiesa e sulla chiarezza del distinguere sempre l’aspetto spirituale da quello temporale. Ascoltiamo il commento di Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale Italiana:

R. – La laicità ha un fondamento cristiano, è cioè impostata sul dualismo “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. La distinzione tra le due sfere è enunciata anche dal Concilio Vaticano II con chiarezza; nella “Gaudium et Spes” si precisa la distinzione tra sfera politica e sfera religiosa. Ma non sono, però, antagonisti. L’Accordo di revisione del Concordato italiano lo segnala, dicendo che “cooperano Stato e Chiesa, per la promozione dell’uomo e il bene del Paese”. D’altra parte la laicità se letta come una neutralità che non prende in considerazione l’elemento religioso, diventa una non neutralità.

D. – Spesso ci sono polemiche riguardo ai simboli cristiani in luoghi pubblici, come il Crocifisso nelle scuole o negli ospedali… Perché è, invece, importante ribadire questa presenza cattolica anche nei luoghi pubblici?

R. – Ricordo, per quella che è l’idea di laicità quale vista nel nostro Paese, la sentenza della Corte Costituzionale che prende in considerazione l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche e lo considera l’espressione di un servizio per la società, in una società pluralista e quindi garantendo la libertà delle persone. Anche perché la nostra società, per il credente e per il non credente, è intrisa di questi valori: non si comprenderebbe né la storia, né l’arte, né la letteratura se non si avesse attenzione per questi valori, che sono valori vivi e che non possono perciò essere occultati. 








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