Niente Croce al nuovo ingresso del cimitero. Così ha deliberato nei giorni scorsi il comune di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna, per non offendere i credenti di altre fedi. E mentre il simbolo cristiano è rimasto inchiodato al vecchio ingresso, che ora risulta inagibile, sono partite in città non poche polemiche. Il servizio di Luca Tentori:
Il dibattito è ormai un classico degli ultimi anni in Italia: la presenza dei simboli cristiani nei luoghi pubblici. Questa volta è toccato a un cimitero bolognese che dopo la sua ristrutturazione si è visto negare la Croce da parte dell’amministrazione comunale. «Lasciare questo segno all’ingresso di un camposanto - ha detto in proposito l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi - non limita l’accoglienza e non offende nessuno ma richiama a quell’umanesimo che fa parte anche della cultura laica. La Croce è un simbolo che veicola valori di umanità». E oggi nel settimanale diocesano «Avvenire–Bologna Sette» un editoriale ricorda come nella laicissima Francia la legge ha preservato solo due luoghi pubblici dalla rimozione dei simboli religiosi: le chiese e i cimiteri.
Il pluralismo di culto nei cimiteri comunali è garantito dalla legislazione italiana che prevede la possibilità di riservare aree per credenti non cristiani in cui si possano osservare differenti tradizioni e pratiche funerarie.
I rappresentanti delle altre religioni hanno dichiarato di non sentirsi offesi dalla croce perché riflette le tradizioni della fede e della storia italiana. Essi temono piuttosto che tale rimozione possa preludere ad analoghe iniziative anche nei confronti dei loro simboli.
«Un cimitero privo della Croce – conclude il settimanale della diocesi petroniana - è come un simbolo di muta disperazione di fronte alla morte. La croce all’ingresso del campo santo getta invece un barlume di speranza che non offende nessuno, ma che offre conforto a tanti».
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