Ha avuto una risonanza mondiale l’annuncio dello storico incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia il prossimo 12 febbraio a Cuba. Un evento di straordinaria importanza di cui ci parla il padre domenicano Hyacinthe Destivelle, responsabile della sezione orientale del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, al microfono di Hélène Destombes:
R. - C’est une rencontre qui est désirée et préparée depuis très longtemps ; il
y avait des projets …
E’ un incontro desiderato e preparato da molto, molto
tempo; i progetti c’erano da 25 anni, ma non sono mai andati in porto. Negli ultimi
anni, le relazioni si sono molto intensificate, in particolare a partire dal Pontificato
di Papa Francesco. Il Patriarca Kirill aveva manifestato da tempo il desiderio di
incontrare Papa Francesco, quasi fin dalla sua elezione; il metropolita Hilarion ha
dato un forte contributo alla realizzazione di questo progetto: l’anno scorso, è venuto
in Vaticano a più riprese …
D. – Un lavoro al quale ha contribuito anche Papa Benedetto XVI, creando soprattutto un’atmosfera di fiducia …
R. – Oui, tout à fait … malheureusement, le projet n’a pas pu se réaliser lors
du pontificat du Pape Benoît.
Sì, è vero. Purtroppo, questo progetto non si è potuto
realizzare durante il Pontificato di Papa Benedetto. Quello che aveva impedito l’incontro
finora era un certo timore da parte del Patriarcato di Mosca, il timore del “proselitismo”
cattolico in Russia, il timore anche di quello che chiamano “il metodo dell’uniatismo”
, in particolare in Ucraina. Credo che questi timori siano stati superati e che gli
ortodossi russi si rendano conto che da parte della Chiesa cattolica non c’è alcuna
intenzione di fare proselitismo in Russia e che altrettanto non c’è alcun desiderio
di riprendere il “metodo dell’uniatismo”, che consiste nel ri-annettere alcune parti
della Chiesa ortodossa alla Chiesa cattolica. Attualmente, la Chiesa cattolica promuove
un metodo diverso per raggiungere l’unità, che è quello ecumenico, un metodo cioè
che non consiste nel riannettere una parte della Chiesa ortodossa alla Chiesa cattolica,
ma che prevede un cammino che vogliamo fare insieme, un cammino di fratellanza, di
collaborazione in diversi ambiti, un percorso di dialogo teologico e anche di carità,
quello che chiamiamo il “dialogo della carità” … Tutto questo dovrà contribuire a
riavvicinarci, gli uni con gli altri. Credo che lo scopo di tutto questo movimento
ecumenico, di questo processo di unità è quello di riuscire, un giorno, cattolici
e ortodossi, a fare la Comunione dallo stesso Corpo e Sangue di Cristo: questo è quello
che conta.
D. – Si può parlare di “normalizzazione delle relazioni”? Di una nuova pagina che si apre nei rapporti tra le due Chiese?
R. – Je pense qu’on peut tout à fait parler, oui,
d’une nouvelle phase: c’est à la fois un point d’arrivée …
Penso che si possa parlare in effetti di una nuova
fase: questo evento è un punto d’arrivo, perché ci sono voluti molti anni per completare
questo progetto; ma è al contempo anche un punto di partenza nei rapporti, nella misura
in cui da adesso possiamo avere rapporti normali e fondati sulla fiducia. L’approccio
di Papa Francesco è nella promozione di una cultura dell’incontro, e questo incontro
sarà un momento particolarmente importante nel Pontificato di Papa Francesco: la Chiesa
ortodossa russa infatti è una Chiesa molto importante nel mondo cristiano. E’ una
delle Chiese più grandi, nella Chiesa ortodossa è al quinto posto, considerando che
il “primus inter pares” nell’ortodossia – il Patriarcato Ecumenico, e quindi attualmente
il Patriarca Bartolomeo, Patriarca di Costantinopoli, gode del primato d’onore nel
plenum delle Chiese ortodosse; sicuramente la Santa Sede ha un legame particolare
con il Patriarcato Ecumenico che – mi sembra – non possa essere paragonato ad alcun
altro rapporto con le altre Chiese ortodosse. Detto questo, il Patriarcato di Mosca
per il numero di fedeli rappresenta una questione di particolare importanza per quanto
riguarda le relazioni ecumeniche, perché raggruppa quasi due terzi del mondo ortodosso.
D. – In occasione dell’incontro del 12 febbraio è prevista la firma di una Dichiarazione comune: cosa dobbiamo aspettarci?
R. – C’est une Déclaration commune qui vraisemblablement reprendra les thèmes qui
sont …
E’ una Dichiarazione comune che verosimilmente riprenderà
i temi particolarmente cari al dialogo cattolico-ortodosso in generale. Non è una
Dichiarazione che si incentra su un aspetto teologico in particolare; non è una Dichiarazione
che apre a prospettive teologiche particolari, perché il dialogo teologico si svolge
nell’ambito della Commissione internazionale del dialogo teologico tra la Chiesa cattolica
e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. Nella Dichiarazione si parla degli ambiti di
collaborazione e di dialogo che non hanno carattere teologico ma che pure sono molto
importanti per il riavvicinamento delle Chiese: la questione della persecuzione dei
cristiani in Medio Oriente, la questione della famiglia, la questione della secolarizzazione,
del ruolo che i cristiani possono ricoprire nelle società secolarizzate; la questione
dei giovani, della vita in termini generali … tutti questi aspetti sono particolarmente
importanti, soprattutto nel dialogo con la Chiesa ortodossa russa.
D. – Oggi c’è una reale sfida: parlare e lavorare insieme, a una sola voce …
R. – Oui. Toute l’idée de cette rencontre et sans doute de la Déclaration également,
c’est que …
Sì, il concetto di fondo di questo incontro e sicuramente
anche della Dichiarazione è di affermare che non siamo “concorrenti”, ma “fratelli”,
in particolare fratelli dei nostri fratelli ortodossi con i quali condividiamo la
medesima successione apostolica, la stessa concezione di Chiesa, la stessa concezione
dei Sacramenti: noi riconosciamo tutti i Sacramenti ortodossi e gli ortodossi riconoscono
a loro volta tutti i Sacramenti cattolici. Per questo, abbiamo grande interesse a
lavorare insieme per testimoniare insieme il Cristo. Ecco, alla fine, lo scopo di
questo incontro tra il Patriarca e Papa Francesco: testimoniare insieme il cristianesimo
nel mondo di oggi.
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