2016-02-06 10:50:00

Haiti. Alta tensione alla vigilia delle dimissioni di Martelly


Si stanno consumando tra gravi violenze le ultime ore del mandato del presidente uscente di Haiti, Michel Martelly. Ieri una milizia di ex soldati ha fatto irruzione in una manifestazione di protesta a Port-au-Prince contro i brogli elettorali dello scorso turno elettorale di ottobre e la folla ha linciato con un lancio di pietre un uomo in divisa da militare. Già da tempo le proteste hanno fatto annullare a data da destinarsi il previsto ballottaggio del 24 gennaio e ora il Paese vive un vuoto istituzionale. Veronica Di Benedetto Montaccini ha raggiunto al telefono Gotson Pierre, giornalista haitiano, fondatore dell’agenzia stampa di Port-au-Prince, Alterpresse:

R. – La questione della sicurezza è sempre stata un problema ad Haiti, ci sono diversi casi di omicidi che si registrano periodicamente… Al momento attuale si è ulteriormente aggravata. Uno dei problemi più importanti è che anche la polizia è assoggettata da chi è al potere e non garantisce la sicurezza.

D. – Cosa chiedono i manifestanti che scendono in piazza ogni giorno dal 24 gennaio?

R. – Pendant le 5 ans de Martelly au pouvoir effectivement il y a eu des prisonniers et des gens qui ont été arrêtés...
Durante i cinque anni di Martelly, sono state arrestate delle persone solo per aver espresso pubblicamente la propria opinione e non sono state mai portate davanti ad un giudice... I manifestanti chiedono anzitutto la liberazione di questi prigionieri politici. Poi, la gente è in rivolta per come si sono svolte le elezioni, tutte le inchieste hanno dimostrato che ci sono state moltissime irregolarità, delle frodi massicce. E via via che queste manifestazioni si radicalizzavano hanno cominciato anche a chiedere le dimissioni di Martelly stesso. Quindi, manifestazioni antigovernative che chiedono una riforma del sistema elettorale haitiano, ma anche contro l’impunità elettorale che è un fenomeno che continua a perdurare da ormai 30 anni.

D. – Martelly ha annunciato che potrebbe non dimettersi il 7 febbraio. Quali soluzioni legali si possono percorrere e quali azioni stanno preparando le opposizioni per i prossimi giorni?

R. – C'est une situation qui n'est pas prévue par la Constitution haïtienne…
E’ una situazione che non è prevista dalla Costituzione haitiana: non è possibile che il mandato di un presidente possa terminare senza che vi sia un nuovo presidente eletto. L’opposizione sta organizzando delle nuove manifestazioni e potrebbe esserci il rischio di nuovi scontri dopo il 7 febbraio.

D. – Sono 12 anni che ad Haiti si è insediata la missione Minustah dell’Onu per la stabilizzazione. E’ stata utile, secondo lei?

R. – J'ai demandé à la chef de cette mission, Madame Honoré : pour elle, il y a eu des progrès…
Ho parlato con Sandra Honoré, responsabile di questa missione: per lei ci sono stati dei progressi in termini di stabilizzazione ad Haiti. Ma la popolazione non ha visto questi progressi. E’ necessario per superare l’instabilità, secondo me, partire da una riforma elettorale.

D. – Perché la situazione politica di Haiti ha un’importanza non soltanto locale, ma anche per molti altri Stati e soprattutto per gli Stati Uniti?

R. – On est  à la veille des élections aux États-Unis…
Siamo alla vigilia delle elezioni degli Stati Uniti e la questione haitiana potrebbe influenzare l’opinione pubblica americana e questo porterebbe i democratici a porsi numerose questioni. Ad Haiti, si sa, ci sono risorse nel sottosuolo e c’è la presenza di petrolio… L’avvenire di Haiti si giocherà nei prossimi anni. I prossimi cinque anni saranno per Haiti cruciali.








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