2016-02-06 11:00:00

Giubileo contro tratta esseri umani: affare da 32 miliardi di dollari


Iniziano oggi le celebrazioni per “Il Giubileo della Misericordia per la liberazione degli schiavi di oggi” che culminerà l’8 febbraio, giorno in cui la Chiesa ricorda Giuseppina Bakhita, la schiava sudanese diventata Santa. Questa sera, alle 20.00, si svolgerà una Veglia di Preghiera nella Basilica del Sacro Cuore di Gesù. La tratta di esseri umani coinvolge circa 21 milioni di persone. Sull’importanza di questo evento, Lucas Duran ha intervistato suor Eugenia Bonetti, che da anni si batte a favore delle vittime della tratta:

R. – Vogliamo sensibilizzare non solo le nostre organizzazioni, che da anni lavorano in questo settore, ma vogliamo toccare le diocesi, le parrocchie, i gruppi giovanili, le varie organizzazioni, perché tutti devono sentirsi impegnati a lavorare e a lottare contro questa terribile forma di schiavitù, che diventa sempre più subdola. C’è un giro di affari enorme. Allora noi vogliamo usufruire di questa giornata, proprio per rendere le nostre comunità diocesane e parrocchiali, le scuole, coscienti di che cosa sia la tratta di esseri umani oggi, che non riguarda le realtà lontane, ma riguarda proprio noi, questa nostra società.

D. – Quanto sentite vicini la parola e il sostegno del Papa alla vostra azione?

R. – Dal primo momento, dal primo discorso ufficiale, che ha fatto nel 2013, in occasione della Pasqua, quando ha detto per la prima volta “la tratta degli esseri umani è la schiavitù più terribile del nostro secolo”, da quel primo messaggio abbiamo colto immediatamente che per il Papa la tratta degli esseri umani era una priorità. In Vaticano, in questo ultimo anno soprattutto, sono stati organizzati numerosissimi convegni, incontri, tra cui anche un Simposio con i sindaci delle grandi capitali del mondo. Il Papa, infatti, veramente, non lascia nessuno “irresponsabile” di questo settore. Uno di questi incontri è stato dei giovani - I giovani, per i giovani – perché il Papa è convinto che attraverso i giovani, che hanno una sensibilità maggiore verso la tratta degli esseri umani, noi davvero si possa coinvolgere maggiormente tante altre organizzazioni, per poter combattere e poter dire, come il Papa nel messaggio della pace dello scorso anno: “Mai più schiavi”.

D. – Dopo tanti anni di contrasto anche, di interventi a favore delle vittime, il fenomeno anziché diminuire sembra aumentare con anche un mutamento delle forme della tratta e delle modalità dello sfruttamento. Come mai questo tipo di situazione non riesce a trovare una soluzione che, quantomeno, ci faccia dire “sta diminuendo”?

R. – Purtroppo la realtà è molto triste, e sta aumentando e non diminuendo perché ci sono dei fattori che lavorano sul guadagno. La tratta di esseri umani è un grande profitto per chi opera in questo settore: 32 miliardi di dollari all’anno è il profitto della tratta di esseri umani ed è per difetto. Ecco, c’è questo grande desiderio di guadagno. E allora i poveri, gli ultimi, le persone più semplici ci cascano dentro, perché sperano di poter trovare un aiuto. Viene promesso loro un aiuto, un futuro, un lavoro e poi cascano nella trappola di questa realtà. Penso, per esempio, che adesso le nigeriane arrivano sempre più giovani - moltissime sono minorenni - molte analfabete, molte incinte, per facilitare questa entrata nel giro della prostituzione. Penso che non si sappia che dietro ad una ragazza che noi vediamo, incontriamo per la strada, c’è una taglia di 60, 70, 80 mila euro che lei deve consegnare ai suoi trafficanti. Quindi c’è una forte richiesta di queste persone, perché c’è un grande guadagno. Poi dobbiamo avere il coraggio di dire che, purtroppo, la richiesta di sesso a pagamento o di lavoro sottopagato o di tante altre forme non diminuisce. Quando, quindi, noi riusciremo a diminuire la richiesta di queste persone, di questi schiavi di oggi, che è una vergogna enorme per la nostra società, che si dice del benessere ma, in fondo in fondo, ha una grande povertà di valori? Perché questa gente che viene presa in ostaggio da questi trafficanti è povera materialmente, ma noi che la sfruttiamo siamo di una povertà di valori estrema. E qui dobbiamo tutti lavorare.








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