2016-02-01 19:06:00

Siria: a Ginevra governo apre ad aiuti alle città assediate


Il governo siriano ha approvato “in linea di principio” la richiesta delle Nazioni Unite di far arrivare aiuti umanitari ai civili delle città sotto assedio. La decisione è arrivata dopo il primo incontro ufficiale a Ginevra tra l’inviato Onu Staffan de Mistura e la delegazione delle opposizioni al presidente Assad, che avevano fatto della questione umanitaria una delle precondizioni per avviare il negoziato. Il servizio di Michele Raviart:

Un segnale di avvicinamento tra governo e opposizioni arriva da Ginevra. Le città assediate di Madaya, dove da dicembre sono morte 46 persone, di Al-Foua e Kefraya potranno ricevere aiuti umanitari con il consenso delle parti in conflitto. Nessuna  scadenza è stata fissata, ma le Nazioni Unite sottoporranno una lista di beni di prima necessità da consegnare. E’ questo il primo risultato della mediazione di De Mistura, che oggi ha ricevuto formalmente le opposizioni ad Assad, dopo averle incontrate in maniera non ufficiale venerdì scorso. L’Alto comitato per i negoziati, sigla che comprende ribelli e islamisti con l’esclusione di Al-Nusra e del sedicente Stato Islamico, chiedeva anche la sospensione dei raid russi e lo scambio di prigionieri, condizioni che, assieme alla questione umanitaria, avrebbero permesso l’avvio dei colloqui. La delegazione di Damasco, che non ha ancora incontrato direttamente le opposizioni, si era però  detta disponibile ad affrontare questi problemi solo a trattative iniziate. I negoziati si prospettano quindi lunghi – De Mistura parla di sei mesi – ma, afferma il segretario  di Stato americano Kerry sono “un’opportunità reale di risolvere la crisi". Intanto riferisce il Jerusalem Post, la Russia ha dispiegato un gran numero di caccia e batterie missilistiche nella base aerea di Latakia.

Sulla situazione della popolazione siriana, Emanuela Campanile ha raccolto la testimonianza di Anton Barbu, responsabile dei progetti della onlus Avsi a Damasco:

 R. – Il nostro obiettivo è dare aiuto in una emergenza che ormai dura da cinque anni in questo Paese. Un’emergenza alla quale fino ad ora non vediamo la fine: speriamo che con tutte queste trattative vi sia una fine politica. Noi viaggiamo con beni di prima necessità in diversi quartieri di Damasco, che sono vicini alla zona colpita, in particolare portiamo aiuti igienico-sanitari e acqua potabile.

D. – Come riuscite a ottenere tutto quel materiale che poi vi serve per questo tipo di assistenza?

R. – La maggior parte del materiale deve venire da fuori, specialmente dal Libano, perché come sapete la Siria è un Paese sotto embargo – un embargo illegale, come dicono anche le Nazioni Unite. Siamo una delle poche agenzie internazionali che lavorano qua: siamo solo 16 organizzazioni internazionali. E’ chiaro che noi siamo ospiti del governo siriano, in questo Paese, e dobbiamo lavorare nelle zone che il governo indica come sicure. Per questo, per ogni spostamento servono tanti permessi… È un Paese molto controllato, dal punto di vista della sicurezza.

D. – Quindi, ci sono anche delle zone che non potete raggiungere?

R. – Sì, oltre 450 mila persone vivono in zone isolate, sotto assedio delle forze ribelli.

D. – Quindi, nessuno riesce ad addentrarsi in quelle aree?

R. – Ogni tanto, le Nazioni Unite con la Croce Rossa e la Mezzaluna siriana riescono a dare un po’ di supporto in quella zona, dopo lunghe, lunghe trattative tra i ribelli e le Nazioni Unite e il governo. Le agenzie umanitarie possono aiutare sui convogli, ma non possono essere parte dei convogli.








All the contents on this site are copyrighted ©.