2016-02-01 15:54:00

Caritas: ok reddito inclusione ma in tanti ancora fuori


Il "reddito di inclusione sociale" calcolato in 320 euro mensili a favore dei cittadini che vivono in condizioni di poverta' "avra' una durata permanente". Lo
sostiene il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, convinto che l'Italia debba "avere strutturalmente uno strumento che intervenga rispetto a chi e' in situazioni di poverta'". Alessandro Guarasci ha intervistato il responsabile area nazionale di Caritas italiana Francesco Marsico

 

R. – Una misura che comincia ad essere nazionale e che prende in carico, appunto, in maniera strutturale persone in questa condizione. Le cose che ancora non ci convincono sono quelle legate al fatto che le risorse complessive non coprono tutto il target della povertà assoluta nel nostro Paese e non sono chiari – almeno per il momento – i tempi di una copertura di quelli che rimangono fuori. Ovviamente questa è una preoccupazione che rimane.

D. – Quanti sono quelli che rimarrebbero fuori in questo momento?

R. – Le stime di povertà assoluta sono intorno ai 4 milioni di persone nel nostro Paese e chiaramente il governo ha parlato – e voglio dire anche con certa logica – di cominciare dalle famiglie con figli. Però evidentemente la povertà assoluta morde non soltanto le famiglie, ma morde anche condizioni diverse di bisogno e chiaramente non vorremmo che questa diventasse nel tempo una misura categoriale, che prende in carico soltanto un pezzo della povertà. La povertà – dal nostro punto di vista – è un problema per tutti quelli che la subiscono.

D. – Vi aspettate anche che le associazioni, il volontariato e così via vengano coinvolte?

R. – Noi ci aspettiamo due cose. La prima, che il governo possa discutere con le alleanze e anche con la Caritas per quanto riguarda, appunto, il miglioramento della norma fino adesso uscita dal Consiglio dei Ministri. La seconda: certo le sole misure economiche – senza misure di accompagnamento e di presa incarico da parte delle comunità territoriali - rischiano di essere un bel trasferimento di risorse economiche che non è sufficiente. Quindi, sicuramente sì, c’è bisogno di una alleanza sociale e territoriale che faccia sì che, a partire da queste risorse, si costruiscano delle reti intorno alle famiglie in condizione di povertà. 








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