Si sono svolti sabato scorso a Phnom Penh, i funerali di mons. Emile Destombes, artefice della rinascita della piccola comunità cattolica in Cambogia dopo il dramma del genocidio dei Khmer Rossi di Pol Pot. Il presule, missionario delle Missioni Estere di Parigi (Mep), si è spento il 28 gennaio nella capitale cambogiana, sede del vicariato apostolico, che aveva guidato dal 2001 al 2010, dopo essere stato nel 1989 il primo missionario in assoluto a poter rientrare nel Paese dopo la grande tragedia.
Espulso dai Khmer Rossi nel 1975
Nato a Roncq, nell’arcidiocesi di Lille, in Francia, nel 1935, Destombes era arrivato
in Cambogia come giovane missionario nel 1965. A Phnom Penh – ricorda la rivista
del Pime “Mondo e Missione” - era stato insegnante nel seminario minore e direttore
di uno studentato. Poi, dal 1970, aveva diretto il Comitato per gli aiuti alle vittime
della guerra, fino alla conquista di Phnom Penh da parte dei khmer rossi, nell’aprile
1975. Espulso insieme a tutti gli altri missionari aveva insegnato per alcuni anni
a Parigi. Finché, nel 1979, aveva accolto una nuova chiamata missionaria, partendo
per il Brasile, dove era stato parroco per dieci anni nello Stato del Goias. Quando,
però, nel 1989 le truppe vietnamite lasciarono la Cambogia fu lui il primo sacerdote
a poter rientrare in qualità di rappresentante di Caritas Internationalis per l’assistenza
umanitaria.
Nel 1990 la Messa della Resurrezione
Per un anno rimase l’unico sacerdote straniero nel Paese e poté quindi ristabilire
i contatti con alcuni dei suoi vecchi studenti. Nell’aprile 1990, poi, ricevette dal
regime l’autorizzazione per la riapertura di una chiesa. Così il 14 aprile 1990, nel
giorno di Pasqua, padre Destombes poté presiedere la prima Messa pubblica dopo tanti
anni. “Quell’evento vide riuniti circa 3mila fedeli – ha raccontato all’agenzia Eglise
d’Asie padre Vincent Sénéchal, anche lui missionario delle Mep in Cambogia - . È restata
nella memoria della Chiesa cambogiana come la Messa della Resurrezione”.
Le spoglie inumate nella parrocchia di San Giuseppe a Phnom Penh
Nominato nel 1997 vescovo coadiutore di mons. Yves Ramousse , il vicario apostolico
del periodo precedente al dramma del 1975, anche lui poi rientrato in Cambogia – ne
aveva raccolto il testimone nel 2001 fino al 2010 quando gli è succeduto un altro
confratello missionario dei Mep, mons. Olivier Schmitthaeusler, che ha concelebrato
l’odierna Messa esequiale. Le sue spoglie sono state inumate nella parrocchia di San
Giuseppe. (L.Z.)
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