Una folla imponente ha riempito ieri il Circo Massimo a Roma dove si è svolto il Family Day per chiedere il ritiro immediato del ddl Cirinnà sulle unioni civili. Gli organizzatori evidenziano: a soli 7 mesi dal precedente raduno del 20 giugno in piazza san Giovanni, le famiglie rivendicano il loro ruolo di protagoniste e il diritto ad essere ascoltate dalla politica. Il servizio è di Paolo Ondarza:
Hanno riempito il Circo Massimo a Roma non per manifestare contro qualcuno, ma per chiedere il ritiro di un Disegno di Legge, il Cirinnà, che - è la denuncia –equipara unioni omosessuali al matrimonio e rischia di privare i bambini del diritto ad un papà e ad una mamma e di introdurre nuove schiavitù, come quella dell’utero in affitto. Sono i partecipanti al Family Day, 2 milioni secondo gli organizzatori: senza sponsor o bandiere di partito hanno affrontato la spesa del viaggio e raggiunto Roma con pranzo al sacco, carrozzine, palloncini rosa e celesti e striscioni fatti in casa con le scritte “I bambini non si comprano” o “la famiglia non si rottama”. Promotrici di questa manifestazione, indicata come “necessaria” dal presidente della Cei, cardinale Bagnasco, sono proprio loro le famiglie. Ecco alcune testimonianze:
D. – Perché siete qui?
R. – Perché voglio difendere i bambini, perché i bambini hanno il diritto di avere una mamma e un papà!
D.- Questo diritto oggi non viene sufficientemente tutelato da chi governa, secondo voi?
R. – No! Ci sono tanti milioni di bambini fuori dalla famiglia nel mondo, che aspettano di avere una mamma e un papà: io non capisco perché tanti genitori che vogliono adottare non abbiano la possibilità di accedere a questo strumento.
R. – Oggi è una giornata fantastica! Siamo qua, oggi, riuniti, per dare soprattutto dei diritti ai nostri figli, alle generazioni che verranno. Visto che noi abbiamo avuto il diritto di avere un papà e una mamma, spero che lo possano avere anche loro e che non passi questa legge.
R. – Non siamo contro nessuno!
R. – Siamo contro il ddl Cirinnà!
R. – La Cirinnà non è una legge per l’amore: è una legge contro i bambini e contro l’amore per i bambini!
D. – Ti aspettavi tanta gente?
R. – Sì, assolutamente! Mi aspetto ancora che in questo mondo ci sia gente con buon senso…
D. – La gente non scende più in piazza per tante ragioni, però questa volta non è mancata… Forse non si sente rappresentata sulle tematiche importanti legate alla famiglia?
R. – Assolutamente sì! C’è un gap incredibile tra quello che fanno nei palazzi e quello che sente la gente!
D. – Se dovessi dire qualcosa a chi governa questo Paese in questo momento…
R. – Sveglia! Sveglia! Sveglia!
R. – Sentiteci, perché non vi voteremo la prossima volta: questo è certo!
“Dopo il successo del Family Day del 20 giugno scorso a Piazza San Giovanni, il Circo Massimo ha superato le nostre aspettative” dice il portavoce Massimo Gandolfini, che dal palco ammonisce il governo Renzi:
“I prossimi passaggi di questa legge noi li seguiremo minuto per minuto e vedremo benissimo chi ha raccolto il messaggio di questa piazza o chi, invece, lo ha preso e se lo è messo sotto i tacchi!”.
Necessario, secondo Gandolfini, sfatare errati luoghi comuni amplificati dalla dittatura del pensiero unico:
“Si sente dire che l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa, perché nell’Europa Occidentale è l’unico Stato che non ha una legislazione riguardante le unioni civili. Io reputo che l’Italia non sia il fanalino di coda, ma è il faro che sta indicando la civiltà all’Europa”.
Di successo parlano i promotori del Family Day, come l’avvocato Simone Pillon:
R.- I sono commosso nel vedere così tante famiglie che sono qui con il sacrificio, anche personale… Siamo convinti che questa piazza sarà una efficace risposta e ci auguriamo che il parlamento voglia ripensare a quello che sta facendo.
D. – Cosa può una piazza di fronte ad un parlamento?
R. – Io credo che il parlamento sia eletto dal popolo e il popolo è sovrano nel nostro Paese. Questa piazza è popolo; questa piazza è Italia! Allora i nostri legislatori dovrebbero fermarsi e, anziché inseguire le chimere del Nord Europa, dovrebbero cominciare a considerare che l’Italia è faro di civiltà e non fanalino di retroguardia.
D. – Due Family Day, due piazze, due piazze grandi e storiche, che si riempiono a distanza di poco più di sei mesi, sono un segnale forte…
R. - Non è un miracolo questo? Io credo di sì! Questa piazza, profondamente laica e - allo stesso tempo – innervata anche dalla fede popolare del nostro Paese, sta dando un esempio anche di impegno civico. Tutti dicono che c’è un distacco dalla politica: ebbene stiamo dimostrano che non c’è distacco dalla politica; stiamo dimostrando che la gente, quando si tratta di scelte realmente serie, c’è e vuole far sentire la propria voce. Fermiamo il ddl Cirinnà!
D. – Non una piazza contrappositiva, questa del Circo Massimo, ma una piazza che sostiene delle posizione e le argomenta; sabato scorso in piazza c’erano altre ragioni, in varie piazze italiane… Come tenere insieme un dibattito così sfaccettato?
R.- Io credo che il punto di incontro sia il diritto delle persone. Le persone hanno tutto il diritto – assolutamente! – di vivere come ritengono e nessuno deve permettersi di giudicare. Ma, se si tratta di diritti individuali delle persone, non è possibile coinvolgere in tutto questo i bambini.
Grande soddisfazione anche dal portavoce di Generazione Famiglia, Filippo Savarese:
R. – E’ una grande dimostrazione innanzitutto di libertà e di democrazia di una parte di popolo molto numerosa, di famiglie che faticano tutti i giorni per portare avanti questo Paese, nell’interesse di tutti quanti i suoi cittadini. Dimostrazione che la famiglia non è un qualcosa che si può cambiare dall’oggi al domani, ma che è un dato strutturale del bene comune e ha la sua prima missione nel dare ad un bambino un papà e una mamma.
D. – Un popolo che ha scelto di dormire in pullman, che è stato ospitato presso case di altre famiglie qui a Roma…
R. – Ci sono state famiglie che hanno fatto sacrifici economici enormi: nessuno ha pagato loro il viaggio, non hanno sindacati, sigle o lobby che hanno inviato qualche bonifico. Hanno dovuto rinunciare magari ad una piccola vacanza di due giorni, ad una giacca nuova per il figlio per essere qui e insieme ad un corpo di cittadini dire: “La famiglia è una verità strutturale del bene comune di questo Paese. Il Disegno di Legge Cirinnà sulle unioni civili è ideologico e non fa neanche il fine per cui è evocato e cioè tutelare i diritti delle persone, che sono già tutelata dall’ordinamento”.
D. – Mettete in conto che possa non essere ascoltata questa piazza?
R. – Noi mettiamo in conto tutto. Ma qui – se non verrà ascoltata questa piazza – io credo che nascerà una nuova pagina per questo Paese e chiunque avrà chiuso le orecchie nei confronti di questa voce che grida, credo che - prima o poi – ne dovrà subire le conseguenze. Chiaramente in termini elettorali e democratici.
D. – Qualora la politica fosse pronta a dire “mettiamoci attorno ad un tavolo” che cosa dite?
R. – Noi diciamo che intorno ad un tavolo non si può fare altro che ritirare innanzitutto il Disegno di Legge Cirinnà, perché ha un impianto sostanzialmente ideologico. Se bisogna approfondire e armonizzare i diritti dei cittadini nella loro convivenza, questo si può fare tranquillamente. Ma con un punto fondamentale: no all’equiparazione con il matrimonio, in quanto no al togliere ad un bambino il diritto di avere un papà e una mamma.!
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