2016-01-31 12:49:00

Adolescenti dis-connessi: i rischi della rete per i giovani


In Italia i ragazzi vittime di cyberbullismo sono il 6,3%, mentre il 18% viene adescato da adulti e il 12,5% gioca d’azzardo online. Sono gli “adolescenti dis-connessi”, come recita il titolo del convegno organizzato a Roma dall’associazione Un passo in più per riflettere sulle insidie tese ai giovani da informazione, social e web 2.0. All’incontro hanno preso parte psicoterapeuti, giornalisti, politici e personalità dello spettacolo, insieme nell’intento di capire le mode e le conseguenze legate all’uso smodato della tecnologia e dei social. Il servizio di Eugenio Murrali:

Su un campione di 7000 adolescenti, tra i 13 e i 18 anni, il 95% ha almeno un profilo sui social network, ma c’è chi arriva a gestire 5 o 6 profili e 2 o 3 app di messaggistica istantanea. Alcuni passano dalle 7 alle 13 ore al giorno con lo smartphone in mano. E’ quanto emerge dai dati raccolti dall’Osservatorio sulle tendenze e i comportamenti degli adolescenti. Spiega la presidente Maura Manca, direttore anche del portale AdoleScienza.it:

“Questi ragazzi ormai condividono tutta la loro vita all’interno dei social network e all’interno delle chat, con cui comunicano con i loro compagni. Significa che non c’è più un discorso di confine, quindi significa che possono arrivare ovunque e che possono arrivare a tutti, cioè anche a chi li può adescare”.

Tra i fenomeni più gravi i selfie. In media i ragazzi ne fanno dai 3 agli 8 al giorno, ma sono state registrate punte massime di 100, spesso in declinazioni molto pericolose, come osserva la psicoterapeuta:

“Questo abuso, quindi, della condivisione porta sempre più a fare i famosi selfie, le foto in cui si autoritraggono, anche a rischio della propria vita. Un ragazzo su dieci, cioè, va a fare questi selfie pericolosi pur di ottenere un numero maggiore di like. Oggi, infatti, sembra che l’approvazione sociale sia per questi adolescenti disconnessi basata, appunto, sulla popolarità e il numero di like”.   

C’è chi definisce questi spazi virtuali “armi di distrazione di massa". Il 71,5% ne fa uso anche durante l’orario scolastico e il 12% si sveglia la notte per controllare i messaggi. Inoltre l’11% di questi ragazzi ha un profilo finto che i genitori e spesso gli amici non conoscono. Durante l’incontro si è parlato anche del disegno di legge Ferrara contro il cyberbullismo e della necessità di nuove figure didattiche che educhino non “con” i media, ma “per” i media.








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