2016-01-30 12:30:00

Aumentano bambini che migrano non accompagnati


L’arrivo dei minori stranieri non accompagnati in Europa è in costante aumento. Si tratta del 10% degli arrivi totali di migranti. Sull’argomento, nell’Ufficio del Parlamento Europeo a Roma è stato presentato il libro “Il Bagaglio” con numeri, dati e storie di immigrati sotto i 18 anni che fuggono dal loro Paese. Il servizio di Veronica Di Benedetto Montaccini:

Soli, con un viaggio difficilissimo davanti. Tra il 2013 e il 2015 gli arrivi di minori stranieri non accompagnati in Italia sono aumentati del 100 per cento e hanno raggiunto la cifra di 15 mila, che nella maggior parte – il 94,9 per cento - sono maschi e tra i 16 e i 17 anni. Un terzo delle domande d’asilo viene dal Gambia, poi Senegal, Nigeria e Bangladesh. Un’esperienza non propriamente da bambini, come spiega Luca Attanasio, autore del libro “Il Bagaglio”:

“Questo passaggio, per il quale tra l’altro pagano cifre impressionanti – da un minimo di 3-4 mila dollari ad un massimo di 13 mila dollari - è la prova estrema a cui vengono sottoposti questi giovani. Tutte le persone che ho intervistato, per realizzare questo libro, mi hanno raccontato di aver visto per lo meno un loro compagno morire durante il viaggio… Diciamo che già prima della partenza - purtroppo - hanno bruciato spesso le tappe dell’infanzia e dell’adolescenza e diventati adulti, ma adulti in maniera molto complessa, provata, direi problematica”.

Finché minorenni, i migranti hanno diritto a rimanere in Italia senza bisogno di veder riconosciuto lo status di rifugiato. Le criticità vengono fuori con la maggiore età e con l’irreperibilità dopo la registrazione: 4 mila ragazzi, infatti, sono diventati invisibili nel solo 2015. Ancora Luca Attanasio:

“Il problema più grave è quando compiono 18 anni, perché il giorno dopo sono messi alla porta: obbligatoriamente! Le associazioni che li accolgono nelle comunità, li mettono alla porta… Da quel momento in poi, se non sono stati preparati adeguatamente, il passo dalla vita protetta e garantita alla clandestinità e alla microcriminalità è immediato”.

Eppure ci sono esempi di giovani che sono riusciti a trovare un futuro diverso, come Mohammed Keita, ragazzo ivoriano, oggi 22enne, protagonista del libro, che racconta alla presentazione la sua esperienza da minore straniero non accompagnato. I suoi genitori sono morti durante la guerra civile, il viaggio affrontato è stato infinito, ma ora Keita è un fotografo:

“Il  viaggio per arrivare in Italia è durato tre anni, passando dalla Guinea, dal Mali, dall’Algeria, dalla Libia e da Malta. Ho iniziato a viaggiare che avevo 14 anni; arrivato in Italia sono rimasto in strada per tre mesi e 20 giorni; poi ho iniziato a frequentare il centro “Civico Zero” di Save the Children, a Roma. Lì c’era un signore di nome Ivo che, un giorno, mi ha regalato una macchinetta fotografica usa e getta per fare un po’ di foto…. Allora ho pensato che visto che dormivo in strada, che avevo già vissuto tanti cambiamenti nella mia vita, anche questo periodo sarebbe passato, avrei fatto un foto per avere la memoria di questo periodo. Una foto che chiamo della memoria. Quella foto mi ha permesso di studiare fotografia e mi ha dato la possibilità di non dimenticare mai il mio arrivo, perché rappresenta il mio arrivo in Italia”.

Dal punto di vista normativo sono molte le necessità specifiche per i minori, secondo Silvia Costa, parlamentare europea, che da sempre si occupa di immigrazione:

“Sono soli, perché non sono accompagnati; ma spesso sono gli avamposti, perché dietro di loro ci sono famiglie che li hanno spinti e per le quali si impegnano fino allo spasimo per cercare anche di lavorare durante il periodo del cammino per poter pagare questi debiti fatti ai trafficanti, anche dalle loro famiglie per potarli qua. Io penso che sia urgente – e questo lo abbiamo detto anche in ambito europeo - una normativa specifica con servizi dedicati, che ci siano questi luoghi di raccolta delle informazioni nelle città più importanti in cui arrivano e poi che ci sia un tutoraggio vero, la tutela vera di una persona che sia per loro un tutore. Queste sono le cose essenziali che emergono come esigenze: inserirli cioè in percorsi in cui possono rasserenarsi, crescere e avere poi opportunità anche di lavoro, ma non nel mercato clandestino. Però ricordiamoci che la protezione speciale di cui hanno diritto i minori non va mai messa in discussione”.

Non sempre i bambini riescono ad arrivare a destinazione, come gli ultimi morti nel Mar Egeo. Ma chi ce la fa, pur senza averi, ha un bagaglio carico di speranze.








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