2016-01-27 12:15:00

Santa Sede: israeliani e palestinesi abbiano il coraggio della pace


Servono decisioni coraggiose per risolvere il conflitto israelo-palestinese: è quanto ha affermato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu l’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, mons. Bernardito Auza. Il servizio di Stefano Leszczynski:

Cresce la preoccupazione della Santa Sede per il difficile stallo in cui si trova il processo di pace israelo-palestinese, una crisi talmente grave – sostiene mons. Auza - da far sorgere dubbi sulla validità degli Accordi di Oslo. Di qui la convinzione da parte della Santa Sede della necessità di decisioni coraggiose e di concessioni reciproche sia da parte israeliana che palestinese per giungere ad una situazione di sicurezza, prosperità e pacifica coesistenza. Come già detto da Papa Francesco – ha incalzato mons. Auza – si tratta di due popoli che dal profondo dei loro cuori non chiedono altro che una pace troppo spesso ostacolata da una retorica di propaganda e dal ricorso alla violenza. Una violenza che non ha risparmiato sofferenze neppure ai cristiani in molte regioni del Medio Oriente, ma che può essere sconfitta attraverso la diplomazia e il dialogo, come dimostra l’Accordo concluso tra Santa Sede e Stato di Palestina nel gennaio 2015, definito da mons. Auza un vero esempio di dialogo e cooperazione anche per gli altri Paesi a maggioranza araba e musulmana.

Facendo esplicito riferimento al conflitto siriano e alla crisi libica, l’osservatore della Santa Sede ha ribadito l’appello a fermare l’afflusso di armi nella regione e a rinforzare, invece, le azioni umanitarie in favore dei rifugiati e dei profughi nella regione. La Santa Sede - ha detto mons. Bernardito Auza - sostiene la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza che garantisce il rispetto della sovranità, dell’indipendenza, dell’unità e dell’integrità territoriale della Repubblica Araba di Siria e che ribadisce la necessità di una soluzione politica del conflitto. A tal fine la Santa Sede guarda con particolare speranza alle iniziative di dialogo promosse dalla comunità internazionale e ai colloqui previsti per la fine di questa settimana a Ginevra.








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