2016-01-27 15:08:00

Banche, accordo Italia-Ue. Quadrio Curzio: passo significativo


Roma e Bruxelles guardano con soddisfazione all’accordo raggiunto la notte scorsa in sede Ue per la gestione dei crediti in sofferenza degli istituiti italiani, pari a 200 miliardi di euro. L’intesa è mirata a garantire un sostegno alle banche nell’affrontare i crediti deteriorati, evitando il ricorso agli aiuti di Stato. Tale concessione di garanzie – spiega una nota del Ministero delle Finanze – non genererà oneri per il bilancio dello Stato. Sulla sostanza dell’accordo raggiunto, Paolo Ondarza ha intervistato l’economista Alberto Quadrio Curzio

R. – Il meccanismo è piuttosto nuovo e andrà visto poi nella concretezza operativa. Detto questo, i due punti essenziali sono che il prenditore di partite deteriorate, che andranno poi esitate sul mercato, e il venditore delle partite deteriorate, cioè la banca, nel chiedere una garanzia di Stato – e lì bisognerà vedere chi paga poi il costo della garanzia stessa – paghino un prezzo per ottenere la garanzia medesima. Ed ecco dunque che il pagamento del prezzo per la garanzia non rende la garanzia stessa un aiuto statale, bensì un pagamento per ottenere una garanzia, come spesso si fa anche quando si collocano delle obbligazioni, per cui si prende un consorzio di collocamento che ne garantisce la vendita, ma nello stesso tempo chiede il pagamento di un prezzo.

D. – In passato i commissari UE avevano sollevato le loro obiezioni all’uso di un fondo interbancario di tutela dei depositi. Questa intesa modifica la sostanza delle cose rispetto a prima?

R. – Sono due fattispecie differenti, perché l’uso del fondo di garanzia andava ad essere gravato, e chiaramente, sulle banche che alimentano il fondo, e dunque era sostanzialmente una perdita già messa in contabilità. Invece, per quanto riguarda questa fattispecie, la situazione si configura come il pagamento di un prezzo di volta in volta, prezzo che peraltro potrebbe essere recuperato se la vendita delle partite deteriorate dà dei buoni risultati.

D. – Secondo l’Italia, questa soluzione potrà ridare ossigeno così agli istituti bancari…

R. – Penso di sì, perché due saranno gli effetti: uno sarà l’effetto di aggregazione tra banche, perché banche medie non potranno gestirsi delle società che incorporino le partite deteriorate e dovranno aggregarsi con altre, per avere società veicolo che esitino, vendano queste partite deteriorate e che richiedono specializzazioni notevoli. Non sarà un’unica bad bank ma saranno tante bad bank, banca per banca, per vendere queste partite deteriorate. Questo è un punto fondamentale. Quindi ci sarà un’accelerazione delle fusioni bancarie e delle banche medie che hanno partite deteriorate. Se ciò accadrà, io ritengo che l’effetto sulla concessione di credito sarà un buon effetto.

D. – Abbiamo parlato del coinvolgimento appunto dello Stato, dei singoli istituti, ma in termini di singoli cittadini, di titolari di conti, cosa cambia?

R. – Secondo me, questo non ha influenza e se avrà influenza sarà un’influenza positiva, perché rafforzerà le banche. Da questo punto di vista, dunque, è certamente un passo avanti significativo.








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