2016-01-25 12:15:00

Tunisia, rivoluzione tradita.


"La rivoluzione è stata tradita. Il lavoro non è stato guardato nemmeno con mezzo occhio da chi è al potere. La mafia concentra i soldi nella capitale dimenticando le aree interne del Paese". Wejdane Majeri, presidente Associazione Pontes (Tunisini in Italia).

"Il sistema corrotto di Ben Ali è proseguito con lassismo forte anche con i governi successivi. La Costituzione del 2014 è stata un grande segno positivo che ha aperto alla stagione democratica. Ma i giovani non hanno opportunità di lavoro senza cedere alla corruzione che il vecchio regime ha lasciato. Il tono del premier - già Ministro dell’Interno all’epoca del dittatore - che invita alla calma è retorico per giustificare ciò che non è riuscito a fare nel frattempo", commenta Majeri. "Il Palazzo chiude dunque le sue porte e si dimentica del perché arrivò la rivoluzione". E si ricorda che il 60% della popolazione tunisina ha meno di 35 anni e davanti a sé ha solo due scelte: partire per l'Europa oppure affiliarsi all’Isis. "Ci sono migliaia e migliaia di giovani che sono rimasti lì perché non vogliono fuggire, tanto meno arruolarsi allo Stato islamico. Basterebbero messaggi forti da parte del premier. Vorremmo una terza scelta. L’Egitto ha perso la partita - conclude - non vorremmo perderla anche noi".

 

 








All the contents on this site are copyrighted ©.