2016-01-23 09:11:00

Nicaragua. I vescovi: serve un Paese solido e solidale


Certezza del diritto e cambio di mentalità: questo è ciò che occorre per rilanciare lo sviluppo del Nicaragua. Ad affermarlo, in questi giorni, è stato mons. Silvio José Báez Ortega, vescovo ausiliare di Managua, il quale ha espresso preoccupazione per le condizioni delle istituzioni nazionali, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali che si terranno nel corso del 2016.  In particolare, il presule ha evidenziato come il Nicaragua manchi di manca una struttura istituzionale sufficientemente solida e di una rinnovata certezza del diritto.

Rendere trasparente il processo elettorale e cambiare mentalità
Di qui, il richiamo a non limitarsi “a rendere trasparente il processo elettorale”, ma a promuovere anche “una profonda guarigione interiore nelle relazioni personali, una guarigione della mentalità”. “Un Paese — ha detto il presule — si sostiene proprio grazie allo Stato di diritto, alla certezza del diritto, al rispetto delle libertà personali e pubbliche. Se ciò non accade, il mito della crescita economica non ha più senso”. Per questo, mons.  Báez Ortega ha ribadito che la nazione “necessita di una struttura istituzionale solida, in grado di garantire progresso, sviluppo e stabilità economica a lungo termine”.

Giustizia ed equa distribuzione dei beni non sono solo “numeri”
“Solo la politica – ha aggiunto il presule - può garantire la giustizia e l’equa distribuzione della ricchezza”. Per questo non si può parlare solo in termini di numeri e di statistiche, ha concluso: c’è il rischio che “il maquillage numerico non faccia vedere le ferite profonde che ci sono nel Paese”. Sulla stessa linea anche il vescovo di Matagalpa, mons. Rolando José Álvarez Lagos che, sempre in questi giorni, ha esortato i fedeli del Nicaragua a vivere, in questo anno elettorale, secondo una condotta etica, seguendo i valori e i principi della fede. “Non ci deve essere nessun Caino in Nicaragua in questo anno elettorale – ha detto - nessun partito politico pronto ad affondare il pugnale nella schiena del prossimo». Il vescovo ha infine esortato i fedeli a “buttare giù le barriere e i confini” imposti spesso dagli schieramenti politici. (I.P.)








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