2016-01-20 12:14:00

Save the Children: gelo minaccia i bimbi sulla rotta balcanica


La vita di centinaia di bambini è in pericolo. Quegli stessi minori sopravvissuti alla guerra e alla violenza nei loro Paesi,  Siria, Iraq, Afghanistan, oggi rischiano di morire di freddo e stenti in Europa dove, per arrivare, hanno sfidato anche il Mar Egeo. Save the Children denuncia che le vite dei migranti in Serbia e Macedonia sono a rischio per le temperature in picchiata, arrivate a -20 gradi. Francesca Sabatinelli:

Presevo, confine tra Serbia e Macedonia, è qui che i migranti in cammino, adulti e bambini, arrivano stremati dalle temperature glaciali e dalla neve, con indosso nulla che li riscaldi. Percorrono distanze lunghe, dormono all’addiaccio, incontrano i blocchi delle autorità locali, accade a Idomeni, al confine greco-macedone, che impediscono loro l’accesso ai Centri di transito, dove potrebbero ricevere gli aiuti necessari. L’allarme di Save the Children è drammatico e richiede un immediato intervento. Valentina Bollenback, dell’organizzazione umanitaria, è a Presevo:

R. – I bambini, anche gli adulti, intraprendono un  viaggio lunghissimo, partendo dalla Siria, dall’Afghanistan o dall’Iraq, e arrivano poi in Serbia. Stanno rischiando polmoniti, ipotermia e malattie respiratorie potenzialmente mortali.

D. – Voi avete incontrato queste famiglie, avete incontrato i bambini: che sintomi presentano?

R. – Le madri che ho incontrato qui sono in difficoltà, perché non riescono a tenere i loro bambini al caldo o al sicuro. Ho visto bambini con le labbra e le mani blu, febbri altissime, problemi respiratori, tossi croniche. Dobbiamo anche pensare che questi bambini hanno fatto il viaggio dalla Turchia alla Grecia in barche bagnate, sotto la pioggia, e arrivano in Grecia con la neve, e continuano le loro rotte senza le scarpe adeguate a questo tempo, senza cappotti. Ho visto bambini solo con le coperte, che usano le magliette come sciarpe. Save the Children, come altre organizzazioni, sta distribuendo cappotti, giacche, cappelli e sciarpe.

D. – Quanti sono i bambini colpiti?

R. – In questo momento, vediamo tra mille e duemila persone, che passano dalla Macedonia in Serbia, ogni giorno. Il 40% di questi - direi - sono bambini.

D. – Non ci sono ripari, non c’è nulla per queste persone?

R. – Al momento questi rifugiati percorrono dalla Macedonia a Presevo, in Serbia, due chilometri a piedi. Arrivano poi al centro di registrazione, che è ricoperto dai teloni. A temperature bassissime e circondati dalla neve, però, il telone non è una copertura sufficiente. Save the Children ha una struttura, un appartamento con 20 posti letto per le madri e per i bambini. E’ un appartamento riscaldato, dove possono anche mangiare, dove vengono distribuite bevande calde, cappotti, essenziali per continuare il loro viaggio.

D. – Ci sono state vittime?

R. – Al momento non ci sono state vittime. Ho saputo che a Belgrado ci sono stati dei casi confermati di ipotermia e di congelamento. Al momento, però, in Presevo, non posso confermare che ci siano state vittime.    

D. – Save the Children lancia un appello ai governi europei, affinché organizzino un’accoglienza per queste persone, non solo per una questione di dignità, ma soprattutto per la sopravvivenza…    

R. – Assolutamente. Save the Children si appella ai governi affinché diano priorità alla protezione immediata dei bambini e delle loro famiglie, e ai bisogni umanitari. Questo vuol dire: il diritto di presentare le loro richieste di protezione e di asilo, ma anche il diritto umano di avere accesso ad un riparo adeguato, cibo e assistenza sanitaria.








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