2016-01-18 14:41:00

Nuovo presidente a Taiwan: nuova fase nei rapporti con Cina


Si ridisegna l’equilibrio di rapporti tra Taiwan e la Cina, dopo l’elezione a presidente dell’esponente del Partito democratico progressista (Dpp) Tsai Ing-wen. La donna, giurista di 59 anni, ha sconfitto, alle elezioni di sabato, Eric Chu Li lun, esponente del potente partito di governo, il Kuomintang (Kmt), e il suo partito ha ottenuto la maggioranza dei 113 seggi nel parlamento monocamerale. Sembra superata, dunque, la politica di riavvicinamento a Pechino voluta negli ultimi 8 anni. Solo a novembre 2015, i presidenti di Cina e Taiwan si erano incontrati a Singapore per la prima volta dal 1949, da quando  Pechino rivendica la sovranità di Taiwan. Delle prospettive e delle problematiche aperte, Fausta Speranza ha parlato con Filippo Fasulo, dell’Ispi:

R. – Con la vittoria del Partito democratico progressista, guidato da Tsai Ing-wen, si ha un cambio importante e questo anzitutto perché il partito Dpp ha all’interno della sua carta fondativa del partito la richiesta di indipendenza. Va detto che Tsai Ing-wen, nelle sue prime uscite, si è invece presentata in maniera molto moderata, auspicando il mantenimento dello status quo. Uno status quo che si fotografa in maniera molto pragmatica perché queste elezioni non erano soltanto concentrate sul rapporto con la Cina, come poteva essere in passato, ma avevano anche una grossa attenzione alle dinamiche interne quali l’andamento dell’economia taiwanese; il rapporto con i giovani taiwanesi, tanto più che proprio in queste elezioni c’è stata la crescita di un altro partito legato proprio ai giovani… Quindi, la nuova presidente si dovrà concentrare su queste questioni. Va anche detto che Taiwan ha necessità di accrescere la sua posizione in ambito internazionale: la Cina si oppone ad un ruolo di Taiwan in istituzioni internazionali e quindi di conseguenza un muro contro muro con Pechino limiterebbe le possibilità di Taiwan di crescere in ambito internazionale.

D. – Parliamo di economia: Pechino resta il primo partner commerciale per Taiwan. Giusto?

R. – Sì, Pechino resta il primo partner commerciale per Taiwan e l’obiettivo di Tsai Ing-wen è proprio quello di diversificare gli scambi commerciali soprattutto a favore del Sud-Est Asiatico. E questo anche per sganciarsi politicamente e per diminuire una leva politica da parte di Pechino sulla politica dell’isola. In questo quadro possono inserirsi anche le relazioni con gli Stati Uniti e il Ttp, il Trattato commerciale di Washington con l’area del Pacifico (analogo a quello che è in discussione fra Europa e Stati Uniti). L’adesione di Taiwan a questo Trattato – ancora tutta assolutamente da discutere – potrebbe sicuramente diminuire la dipendenza economica di Taiwan dalla Cina continentale.

D. – In questo status quo la Cina, in qualche modo, può cambiare strategie. E’ possibile ipotizzare comunque dei cambiamenti di relazioni tra Cina e Taiwan?

R. – La Cina per il momento si limita ad osservare, a capire quali saranno le vere azioni di Tsai Ing-wen: quindi si attende il suo primo discorso programmatico e si attende anche di capire come Tsai Ing-wen si rapporterà con le frange più estreme del proprio partito. Sicuramente ora Xi Jinping ha parecchi problemi sul suo tavolo:  il rapporto con gli Stati Uniti; la politica della nuova “via della seta” verso l’Asia Occidentale e anche – come ben sappiamo – i problemi economici interni. Quindi, anche gli stessi cinesi di Pechino non hanno necessità, non hanno urgenza in questo momento di irrigidire i rapporti con Taiwan. Va detto che è probabile che vi siano alcune manifestazioni di insofferenza da parte di Pechino, come – per esempio – una interruzione del dialogo e del rapporto ad altissimo livello: quindi, non possiamo aspettarci un altro incontro fra presidenti come è avvenuto a Singapore; ma questo non toglie che continueranno i rapporti bilaterali con ufficiali di livello inferiore.








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